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27 febbraio 2011

Conosciamo meglio le sostanze contenute negli Energy Drink.

Conosciamo meglio le sostanze contenute negli Energy Drink.

Sapete cosa sono gli Energy Drink? Sono quelle bevande analcoliche che si dichiarano in grado di fornire una maggior quantità di energia rispetto ai softdrink tradizionali. L’ energia è fornita da varie sostanze energetiche che dovrebbero consentire di affrontare prestazioni che a forte dispendio energetico, contenendo, in tal modo, i conseguenti stati d’affaticamento fisico e mentale.
Parliamo di bibite, generalmente carbonate, che, oltre all’ACQUA (che ne rappresenta la componente predominante), contengono sostanze stimolanti, antiossidanti e tonificanti, associate anche a VITAMINE e sali MINERALI, ZUCCHERI e aromi o succhi. Alle classiche sostanze come guaranà, taurina e caffeina, se ne sono aggiunte altre dai nomi esotici (spesso già usate in altri settori alimentari o nella cosmetica): tè verde, yerba maté, ginkgo biloba, schizandra, açaí, zenzero (ginger). Le bevande energizzanti che sfruttano molti di questi ingredienti stanno invadendo anche altri settori, come quelli delle bibite carbonate, del tè freddo e degli smoothies.
In un interessante articolo sugli ingredienti degli energy drink, pubblicato da un blog del nostro network, Ginger&Tomato, sono stati recuperati gli ingredienti presi dalle etichette delle lattine, per leggere con attenzione le sostanze contenute. In seguito è stata aggiunta la descrizione dettagliata dei nomi più oscuri, lasciando volentieri ai lettori la libertà o meno di assumere queste sostanze consapevoli del rischio, vero o presunto, che comportano.

Leo sprint
Ingredienti: Acqua, Zucchero, Acidificante: Acido Citrico, Taurina, (0.4%), Destrosio, Guaranà estratto (0,32%), Aromi, Glucoronolattone (0,24%), inositolo, nicotinamide, Ginseng estratto (0,01%), Calcio D-pantotenato, Piridossina HCI (Vit. B6)
Coloranti: betacarotene, cianocobalamina (Vit. B12)


Burn
Ingredienti: Acqua, zucchero, acidificante acido citrico, anidride carbonica, glucoronolattone (0,1%), taurina (0,06%), correttore di acidità citrato trisodico, aromi, conservanti sorbato di potassio e benzoato di sodio, caffeina (0,03%), inositolo (0,012%), estratto di guaranà, antiossidante acido ascorbico.
Coloranti: E129


Red Bull
Ingredienti Acqua, Saccarosio, Glucosio, Citrati di sodio acidificante, Anidride Carbonica, Taurina (0,4%), Glucoronolattone (0,24%), Caffeina (0,03%), Inositolo, Vitamine (Niacina, Acido Pantotenico, B6, B12), Aromi
Coloranti: Caramello, Riboflavina



Tiger shot
Ingredienti: Acqua, zucchero, anidride carbonica, acidificante acido citrico, citrato di sodio, glucosio, caffeina, glucoronolattone, taurina, estratto di gingseng, vitamine (vitamine B6, vitamina B12, niacina, acido pantotenato), aromi Coloranti: E102 – E129.



Atomic
Ingredienti: Acqua, Zucchero, Acidificante: Acido Citrico, Caffeina (0,03%), Taurina (0.4%), Destrosio, Aromi, Glucuronolactone (0,24%), nicotinamide, Calcio D-pantotenato, Piridossina HCI (Vit. B6)
Coloranti: caramello, cianocobalamina


Come osservato in precedenza, l’ingrediente principale è l’acqua seguita da zucchero o saccarosio, alcuni prodotti contengono vitamine, quasi tutti contengono coloranti (alcuni di origine naturale, come la Red Bull, altri no) o aromi e conservanti.

Alcune bevande contengono taurina che è classificata come aminoacido, ma si differenzia da quest’ultimo nella struttura chimica.
L’organismo umano non è in grado di sintetizzarla e deve assumerla con gli alimenti. E’ contenuta nella carne, nel pesce e nelle uova. Ha il compito di favorire il trasporto del glucosio e di alcuni aminoacidi, regolarizzando i battiti cardiaci e migliorando la contrattilità muscolare.
Questo spiega l’attenuazione del senso di fatica che la taurina promuove. Altra importantissima proprietà della taurina è la sua capacità, tramite complesse reazioni biochimiche, di esplicare una potente azione detossificante delle sostanze metaboliche di scarto accumulate durante allenamenti e sforzi intensi.
E’ inoltre un rilassante del sistema nervoso e un ottimo antiossidante.

Caffeina
Quasi tutti gli energy drink hanno un contenuto di caffeina alto. Alcuni studi hanno rilevato livelli di caffeina superiori a quelli raccomandato dal FDA statunitense. La caffeina è il più noto dei componenti del chicco di caffè, il cui nome chimico è 1,3,7 – trimetilxantina.
Appartiene alla famiglia degli alcaloidi purinici come la teofillina (contenuta nel tè) e la teobromina (nel cacao). La caffeina è una sostanza dal sapore amaro ma la sua caratteristica più importante è la sua attività farmacologica. Isolata dal chimico tedesco Ferdinand Runge nel 1820, la caffeina ha, a dosi elevate (non certo a quelle di una tazzina di caffè), proprietà antidolorifiche.
La vita della caffeina nel nostro organismo è breve e non vi è pericolo di accumulo. Viene infatti assorbita a livello gastrointestinale e raggiunge, dopo circa 30 minuti, la sua massima concentrazione nel sangue quindi diminuisce gradatamente scomparendo dopo poche ore.

Il ginseng è una pianta originaria dei Paesi orientali (Cina e Corea) le cui radici contengono una miscela di elementi che agiscono sul sistema neuroendocrino e neuromuscolare, da cui ne deriva la definizione di tonico-adattogeno.
In altre parole, il ginseng migliora la capacità psicofisica di adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente esterno. Modificando alcuni neurotrasmettitori centrali, il ginseng aumenta la capacità di rispondere a situazioni di stress. Alcune bevande in commercio contengono ginseng. Il ginseng ha la proprietà di aiutare l’organismo ad adattarsi alle condizioni di stress.
E’ nota la sua capacità di migliorare la resistenza fisica e l’energia. Il ginseng coreano o cinese è un potente tonico energetico più forte della varietà americana, pertanto la sua assunzione richiede cautela.
E’ controindicato in gravidanza, ipertensione, disturbi del comportamento e nell’assunzione concomitante con farmaci steroidei e anticoagulanti.

Il glucuronolactone (o glucoronolattone) è uno dei principali componenti delle bevande energetiche.
Nell’organismo, si forma naturalmente, a partire dal glucosio, nel fegato e regola la formazione del glicogene. Il suo precursore immediato è l’acido glucuronico.
Interviene nel processo di detossicazione del fegato tramite la glucuronizzazione. Studi sull’uomo indicano che se il glucuronlactone se somministrato per via orale, viene rapidamente assorbito, metabolizzato ed escreto, principalmente sotto forma di acido glucarico.
La glucuronizzazione attiva l’escrezione della bilirubina, un metabolita endogeno che elimina le tossine.
Nel corso di questa reazione, la bilirubina entra in reazione enzimatica con un derivato del glucosio per essere in seguito eliminata nell’urina.
Il glucuronolactone ha riscosso a livello commerciale un fantastico successo soprattutto come ingrediente principale in alcune bevande energetiche, a causa della sua dimostrata capacità stimolatrice sull’umore, sulla memoria e la concentrazione. E’ anche un precursore della taurina, sempre un aminoacido stimolante sulla capacità di relazionarsi con gli altri e della concentrazione mentale.
L’inositolo è un fattore vitaminico del complesso della vitamina B2, che in caso di carenza determina caduta dei capelli, dermatiti, iposviluppo. Sue fonti naturali sono i cereali integrali non trattati, gli agrumi, il lievito di birra. E’ capace di produrre effetti stimolanti sia a livello motorio che nervoso centrale.
Nell’organismo umano contribuisce al metabolismo dei grassi come fonte energetica e all’equilibrio del colesterolo nel sangue.
L’inositolo è un composto organico che entra nella composizione dei fosfolipidi di membrana e con ruolo biologico legato alla crescita. Si usa nella terapia della distrofia muscolare e nelle epatopatie.

Il guaranà è una pianta nativa dell’Amazzonia, che contiene caffeina. La caffeina del guaranà viene assorbita lentamente e in modo graduale dall’organismo; i suoi effetti, dunque, sono più duraturi e prolungati di quelli prodotti dalla caffeina contenuta nel caffè.
Per la presenza di caffeina il guaranà viene indicato per stimolare il sistema nervoso centrale migliorando la concentrazione, l’energia e l’attenzione.
Tali azioni sarebbero da ricondursi ad una specifica azione dilatatrice dei vasi cerebrali dovuta ad un maggiore afflusso di sangue a livello cerebrale.
La niacina, conosciuta anche come vitamina PP o B3 è stata identificata come acido nicotinico nel 1937, durante degli studi sulla fermentazione alcolica.
Col termine niacina si comprendono l’acido piridil-β-carbossilico (acido nicotinico) e i suoi derivati che presentano l’attività biologica della nicotinamide. L’utilizzo di niacina a dosi elevate per tempi lunghi può provocare effetti collaterali quali arrossamento, orticaria, nausea, vomito e talvolta danni epatici (2÷6 g/die).
Dosi di 1 g/die possono provocare danni intestinali e negli animali da esperimento fosfaturia dovuta a un aumento della concentrazione di NAD nella corteccia renale e dell’attività degli enzimi microsomiali epatici. La niacina si trova in numerosi alimenti, tuttavia buoni apportatori sono: i cereali, soprattutto poco raffinati, le leguminose secche, le carni, le uova, i prodotti della pesca e le frattaglie.

25 febbraio 2011

Come i produttori alimentari prendono in giro i consumatori con ingannevoli elenchi di ingredienti?

 Come i produttori alimentari prendono in giro i consumatori con ingannevoli elenchi di ingredienti?

Il mito: L’elenco degli ingredienti nei prodotti alimentari è studiato per informare i consumatori circa il contenuto del prodotto stesso.
La realtà: l’elenco degli ingredienti è usato dai produttori alimentari per imbrogliare i consumatori sul fatto che siano più sani di quello che in verità sono.
Questo articolo esplora i più comuni trucchi usati dalla aziende alimentari per ingannare i consumatori. L’articolo contiene anche utili informazioni per aiutare i consumatori a leggere le etichette dei prodotti con il giusto scetticismo. 

Ingannare i consumatori: trucchi del commercio alimentare
Se la Scheda Nutrizionale Informativa presente nella confezione del prodotto alimentare elenca tutte le sostanze contenute nel prodotto, come possono ingannare i consumatori? Ecco alcuni dei modi più comuni:
Uno dei trucchi più comuni è quello di distribuire gli zuccheri presenti tra molti ingredienti così che le quantità di zuccheri non compaiono nei primi tre dell’elenco. Per esempio un’azienda può usare una combinazione di saccarosio, fruttosio, sciroppo di cereali, sciroppo di grano, zucchero di canna non raffinato, destrosio e altri zuccheri per essere sicura che nessuno di essi sia presente in quantità sufficiente da arrivare nelle prime posizioni dell’elenco degli ingredienti (ricordate che gli ingredienti sono elencati in ordine di proporzione nel prodotto, con i più presenti elencati per primi).
Questo inganna i consumatori sul fatto che il prodotto non è fatto in realtà principalmente da zucchero mentre i principali ingredienti potrebbero essere differenti tipologie di zucchero. E’ un modo per spostare artificialmente lo zucchero più giù nella lista degli ingredienti, non informando sul contenuto reale di zucchero presente nell’intero prodotto.
Un altro trucco consiste nel gonfiare l’elenco con minuscole quantità di ridondanti ingredienti. Si può vederlo nei prodotti per la cura personale e nello shiampo, dove le aziende dichiarano di fornire shampoo alle erbe che in realtà hanno un contenuto di erbe quasi inesistente. Nei prodotti alimentari le aziende gonfiano la lista degli ingredienti con “salutari” bacche, erbe o super-cibi che, molto spesso, sono presenti solo in minuscole quantità. La presenza alla fine dell’elenco degli ingredienti della “spirulina” è praticamente insignificante. Non c’è abbastanza sbirulina in quel prodotto che possa produrre reali effetti sulla vostra salute. Questo trucco è chiamato “etichetta imbottita” ed è comunemente usato dai produttori di “junk-food” (cibo spazzatura) che vogliono saltare sul carro dei prodotti biologici senza in realtà produrre cibi salutari.

Nascondere ingredienti dannosi
Un terzo trucco consiste nel nascondere ingredienti dannosi dietro nomi dal suono innocente, che fanno credere al consumatore che siano sani. L’estremamente cancerogeno nitrito di sodio (conservante E250), per esempio, suona perfettamente innocente, ma è ben documentato che è causa di tumori al cervello, cancro al pancreas, cancro al colon e molti altri tipi di cancro.
Carminio suona come un innocente colorante per alimenti, ma in realtà è fatto con le carcasse frantumate di scarafaggi rossi della cocciniglia. Naturalmente, nessuno mangerebbe yogurt alle fragole se sulla etichetta ci fosse indicato “colorante rosso per alimenti a base di insetti”.
Allo stesso modo, estratto di lievito suona come un ingrediente salutare, ma in realtà è un trucco usato per nascondere il glutammato monosodico (MSG, un esaltatore chimico di sapore, per dare gusto ai cibi eccessivamente elaborati) senza avere l’obbligo di indicarlo nell’etichetta. Molti ingredienti contengono glutammato monosodico nascosto e io ho scritto parecchio su questo nel sito. Praticamente tutti gli ingredienti idrolizzati contengono alcune quantità di glutammato monosodico nascosto.

Non essere ingannati dal nome del prodotto
Sapete che il nome del prodotto alimentare non ha nulla a che fare con ciò che c’è dentro?
Aziende alimentari fanno prodotti come “Guacamole Dip” (salsa di avocado) che non contiene avocado! Sono fatti, invece, con olio di soia idrogenata e colorante chimico verde. Ma ingenui consumatori comprano questi prodotti, pensando di prendere salsa di avocado, in realtà stanno comprando colorante verde, squisito dietetico veleno.
I nomi dei cibi possono includere parole che descrivono ingredienti che nel cibo non ci sono per niente. Un cracker al formaggio, per esempio, non deve necessariamente contenere del formaggio. Qualcosa di “cremoso” non deve contenere la crema. Un prodotto alla frutta, non ha bisogno di contenere nemmeno una singola molecola di frutta. Non fatevi ingannare dai nomi dei prodotti stampati sulla confezione. Questi nomi sono ideati per vendere i prodotti, non per descrivere gli ingredienti contenuti in essi.

La lista degli ingredienti non include gli inquinanti
Non c’è la necessità, nell’elenco degli ingredienti, di includere i nomi degli inquinanti chimici, metalli pesanti, bisphenol-A, PCBs (bifenile policlorurato), perclorato o altre sostanze tossiche trovate nei cibi. Come risultato abbiamo che la lista degli ingredienti non elenca quello che in realtà c’è nel cibo, elenca soltanto quello che i produttori vogliono che tu creda che ci sia nel cibo.
Richieste per elencare gli ingredienti nei cibi furono prodotto da uno sforzo congiunto tra il governo e l’industria privata. All’inizio, le aziende alimentari non volevano fosse obbligatorio indicare tutti gli ingredienti. Chiesero che gli ingredienti fossero considerati “proprietà riservata” e che elencarli, svelando così i loro segreti modi di produzione, avrebbe distrutto i loro affari.
E’ un’assurdità, naturalmente, poiché le aziende alimentari volevano soltanto tenere all’oscuro i consumatori su quello che in realtà c’è nei loro prodotti. E’  per questo che non è ancora richiesto di elencare i vari inquinanti chimici, pesticidi, metalli pesanti e altre sostanze che hanno un notevole e diretto impatto sulla salute dei consumatori. (Per anni, le aziende alimentari hanno combattuto duramente contro l’elenco degli acidi grassi, ed è solo dopo una protesta di massa delle associazioni di consumatori che la FDA alla fine ha obbligato le aziende ad includere nell’etichetta gli acidi grassi).

Manipolare la quantità delle porzioni
Le aziende alimentari hanno capito anche come manipolare la porzione del cibo al fine di far apparire i loro prodotti privi di ingredienti nocivi come gli acidi grassi (saturi).
La FDA, ha creato un sotterfugio per riportare gli acidi grassi nell’etichetta: Ogni cibo che contiene 0.5 grammi di acidi grassi o meno per porzione è permesso, sull’etichetta, dichiararlo a contenuto ZERO di acidi grassi. Questa è la logica della FDA dove 0.5=0.
Ma matematica confusa non è il solo trucco giocato dalla FDA per proteggere gli interessi commerciali delle industrie che dichiara di controllare.
Sfruttando questo trucchetto dei 0.5 grammi, le aziende arbitrariamente riducono le porzioni dei loro cibi e livelli ridicoli – giusto per tenere gli acidi grassi sotto i 0.5 grammi per porzione. Così loro dichiarano in grande sulla confezione “ZERO Acidi Grassi”. In realtà, il prodotto può essere pieno di acidi grassi (trovati in oli idrogenati), ma la porzione è stata ridotta ad un peso che può essere appropriato solo per nutrire uno scoiattolo, non un essere umano.
La prossima volta che voi prendete un prodotto da drogheria, controllate il “Numero di porzioni” indicato sulla Scheda Nutrizionale Informativa. Troverete probabilmente dei numeri talmente alti che non hanno nulla a che fare con la realtà. Un produttore di biscotti, per esempio, può dichiarare che un biscotto è un’intera “porzione” di biscotti. Ma voi conoscete qualcuno che, in realtà, mangia solo un biscotto? Se un biscotto contiene 0.5 grammi di acidi grassi, il produttore può dichiarare che l’intero pacco di biscotti è “SENZA Acidi Grassi”. In realtà, il pacco può contenere 30 biscotti, ognuno con 0.5 grammi di acidi grassi, che porta a 15 grammi totali per l’intero pacco (ma presuppone che la gente possa in realtà fare la somma che è naturalmente più difficoltosa per il fatto che gli oli idrogenati nuocciono al cervello. Ma credetemi: 30 biscotti x 0.5 grammi per biscotto in realtà fa un totale di 15 grammi).
Tu prendi un pacco di biscotti che contiene 15 grammi di acidi grassi saturi (che è una dose enorme di veleno dietetico) mentre loro dichiarano grammi ZERO.
Questo è solo un altro esempio di come le aziende alimentari usano la Scheda Nutrizionale Informativa e l’elenco degli ingredienti per ingannare e non per informare i consumatori.
Ecco alcune ulteriori dritte per decifrare con successo gli ingredienti delle etichette:

Consigli per leggere gli ingredienti delle tabelle 
1)     Ricordare che gli ingredienti sono elencati in ordine della loro proporzione nel prodotto. Questo significa che i primi 3 ingredienti contano molto di più di qualsiasi altro. I primi 3 ingredienti sono quello che tu principalmente stai mangiando.

2)     Se l’elenco degli ingredienti contiene lunghe parole apparentemente chimiche, che tu non riesci nemmeno a pronunciare, evita l’articolo. Probabilmente contiene vari chimici tossici. Perché vuoi mangiarli? Introduci ingredienti che conosci.
 
3)     Non farti ingannare da fantastici nomi di erbe o altri ingredienti che appaiono molto giù nella lista. Alcuni produttori di alimenti che includono “goji bacche” (bacche di Lycium) verso la fine dell’elenco le usano solo come trovata pubblicitaria da apporre sull’etichetta. La reale quantità di goji bacche (bacche di Lycium) nel prodotto è probabilmente minuscola.
 
4)     Ricorda che l’elenco degli ingredienti non deve elencare inquinanti chimici. I cibi possono essere contaminati con pesticidi, solventi, acrilamidi, PFOA (Acido di Perfluorooctanoic), perclorati (combustibili per razzi) e altri tossici chimici senza l’obbligo di elencarli. Il miglior modo di limitare l’ingestione di tossici chimici è comprare biologico, o cibi freschi poco trattati.
 
5)     Cercare parole come “germogliato” o “naturale” che indica cibi di alta qualità. Chicchi e semi germogliati e sono più sani di quelli non germogliati. Ingredienti naturali sono generalmente più sani di quelli trattati o cotti. I chicchi interi sono più sani di quelli arricchiti.
 
6)     Non fatevi ingannare dalla parola “grano” quando deriva da farina. Tutta la farina derivata dal grano può essere chiamata “farina di grano”, anche se è stata trattata, sbiancata e privata dei suoi nutrimenti. Solo la farina di grano “chicco intero” è il tipo di farina sano. (Molti consumatori, sbagliando, credono che prodotti di “farina di grano” derivino dal chicco intero. Infatti questo è falso. I produttori alimentari ingannano i consumatori con questo trucchetto.
 
7)     Non fatevi ingannare nel credere che i prodotti integrali siano più sani dei prodotti naturali. Lo zucchero bruno è solo una trovata pubblicitaria – è zucchero bianco con colorante marrone e aroma aggiunto. Le uova integrali non sono diverse da quelle bianche (eccetto per il fatto che i loro gusci appaiono bruni). Il pane integrale può non essere più sano del pane bianco, a meno che non sia fatto con chicchi di grano interi. Non fatevi ingannare dai cibi “integrali”. Sono delle trovate pubblicitarie dei giganti della produzione alimentare per ingannare i consumatori nel pagare di più per i prodotti fabbricati da loro.
 
8)    Attenzione all'inganno delle piccole porzioni. I produttori alimentari usano questo trucco per ridurre il numero di calorie, grammi di zucchero o grammi di acidi grassi che i consumatori credono siano contenuti nei prodotti. Molte porzioni sono arbitrarie e non hanno un fondamento reale.
 
9)     Vuoi sapere realmente come acquistare i cibi? Scarica la nostra guida "Honest Food Guide", un onesto rapporto sul cibo che è stato scaricato da oltre 800.000 persone. E’ in sostituzione dell’assai corrotto e manipolato Food Guide Pyramid della USDA (United States Department of Agricolture), che è poco più di un documento di marketing a favore delle fattorie industriali e delle grandi corporazioni dell’alimentare. L’Honest Food Guide è un rapporto nutrizionale indipendente che rivela esattamente cosa mangiare e cosa evitare per migliorare la propria salute.

24 febbraio 2011

La Coca Cola mette la foglia in bottiglia

La Coca Cola mette la foglia in bottiglia

La Commissione nazionale per lo sviluppo e la vita senza droghe del Perù sostiene che Coca Cola compra migliaia di tonnellate di foglie di coca in Perù e Bolivia.
Questa volta non si tratta dei cocaleros peruviani. Si tratta invece dello zar antidroga del Perù, Nils Ericsson, presidente della Commissione nazionale per lo sviluppo e la vita senza droghe [Devida]. Quest'uomo, che giura che il narcotraffico è “il braccio finanziario del terrorismo” parla spesso a vanvera, ma ogni tanto dice qualcosa d'interessante. Come per esempio quando conferma che la Coca Cola compra foglie di coca in Perù e Bolivia. La storia merita un po' di approfondimento.
Fra le altre cose, Ericsson sostiene di non sapere quanti ettari siano coltivati a coca in Perù e quanti ne siano stati eradicati, ma ultimamente ha deciso di scontrarsi con alcune aziende che producono bevande, e perfino con l'Empresa nacional de coca [Enaco] peruviana, sulla questione dell'industrializzazione della foglia millenaria. Prima si è detto contrario all'industrializzazione, poi ha detto “forse”, e infine ha detto «sì». In meno di due mesi, si è contraddetto diverse volte, fino ad arrivare al punto di dover fare un comunicato ufficiale sul sito web di Devida per negare appunto di essere contrario allo sfruttamento industriale della coca.
Per contraddire questa affermazione, basta ricordare che da poco più di un anno sono comparse in Perù due nuove marche di bevande, Vortex coca energy drink e K-Drink. Sono prodotte da aziende peruviane, sconosciute sia in Perù che altrove, e sono entrambe a base di coca. Tutto legale. A maggio del 2004 è intervenuto l'International narcotics control board [ufficio internazionale di controllo sugli stupefacenti], che ha stabilito che le suddette bevande contenevano alcaloidi. Non è stato chiarito quali [la coca ha ben 16 differenti alcaloidi], ma poiché questa è l'istituzione incaricata di far rispettare la Convenzione di Vienna sugli stupefacenti, siglata nel 1961, Ericsson e Devida hanno cominciato a preoccuparsi.

Eliminare la concorrenza
In effetti, le bevande peruviane contenevano alcaloidi, perciò tanto la Vortex come la K-Drink hanno “ripulito” le proprie formule per eliminarli. Stranamente però Ericsson ne ha deciso ugualmente la sospensione delle vendite. Un fatto piuttosto singolare, visto che era stato proprio lui a negoziare la licenza di una delle due aziende.
Secondo Ricardo Vega Llona, predecessore di Ericsson al comando di Devida, “tutto sembra molto strano e poco ragionevole, a meno che non ci sia dietro una pressione politica, qualcosa del tipo “andiamo a cercare tutto ciò che ha a che fare con la coca e cancelliamolo”. Clara Cogorno, amministratrice delegata della Amadeus corporation, produttrice di Vortex, aggiunge: «Se spariscono le imprese che lavorano legalmente la foglia di coca, i cocaleros non avranno a chi appoggiarsi per evitare la distruzione delle loro coltivazioni». Oltre che essere d'accordo con Vega, Cogorno ha aggiunto che si tratta di un pretesto per far rispettare la politica antidroga degli Stati uniti. La disputa sulle bevande potrebbe arrivare in tribunale, perché le due aziende non hanno alcuna intenzione di mollare.
Il 10 dicembre Ericsson ha pubblicato un editoriale sul quotidiano El Comercio con un titolo suggestivo: “Teorie e bugie sulla foglia di coca”. Nel testo utilizza le parole coca e cocaina come sinonimi, poi afferma che nessun paese comprerebbe prodotti contenenti cocaina”, e che dunque «nessuna industria simile risulterebbe sostenibile e con un futuro economico». «Per l'elaborazione di altri prodotti”, aggiunge, «oltre alla questione della qualità, c'è il fatto che la foglia di coca costa immensamente cara». Probabilmente Ericsson si riferiva al fatto che, con l'aumento delle eradicazioni della coca, il prezzo è salito enormemente. Ma evidentemente il signor Ericsson non conosce le regole della domanda e dell'offerta [se la produzione aumenta, il prezzo cala] oppure, come dicevano Vega e Cogorno, c'è dell'altro?
Il 26 gennaio del 2005 dovrebbe essere una data da ricordare. Quel giorno, infatti, la Devida ha lanciato un comunicato in dieci punti per chiarire la posizione ufficiale sulla questione dello sfruttamento industriale della coca. Al punto 5, nel paragrafo finale, si dice: «La Coca Cola, azienda riconosciuta a livello mondiale per la produzione di bevande gassate, compra dal Perù 115 mila tonnellate di foglia di coca ogni anno e dalla Bolivia 105 mila tonnellate, con le quali produce, senza alcaloidi, 500 milioni di bottiglie al giorno» Avete letto bene. La Coca Cola compra foglie di coca, lo dice il governo peruviano. E questo giochetto le ha fruttato 13 miliardi di dollari di ricavi lordi nello scorso anno. Eppure, nel dicembre del 2002 la rappresentante messicana della multinazionale, Adriana Valladares, aveva detto che “Coca Cola non compra foglie di coca”.

«Non usiamo foglie di coca»
E il 17 dicembre 2002 la portavoce della Coca Cola, Karyn Dest, consultata dal quotidiano messicano El Universal, diceva che «l'impresa non usa cocaina, non è mai stata parte dei nostri ingredienti». Cocaina no, ma foglie di coca sì, secondo il governo del Perù. Se ne potrebbe concludere che la logica dell'eradicazione della coca in Perù abbia dei parametri particolari. Perché se, come sembra, si tratta di eliminare la «coca illegale» e restringere il suo sfruttamento industriale ai prodotti che non contengono alcaloidi [rispettando la Convenzione di Vienna], viene permessa solo la coltivazione per usi tradizionali e quella necessaria a garantire alla Coca Cola il monopolio della produzione delle bevande. E il prezzo proibitivo di cui parla Ericsson? Serve forse a fare sì che solo Coca Cola possa comprare coca ?
Nella cosiddetta «guerra contro le droghe» si dimostra ancora una volta che, tra bugie e mezze verità, c'è molto denaro in ballo. I cocaleros peruviani, che fino ad ora non ne hanno ricavato che morte e repressione, hanno dichiarato "patrimonio culturale" la foglia di coca nella regione di Huánuco.

Bushito, atto secondo
Grandi manovre per garantire un secondo mandato al presidente Alvaro Uribe. Il 30 novembre il Congresso colombiano ha approvato un progetto di legge che consentirebbe la defezione di «Bushito», piccolo Bush, come viene chiamato confidenzialmente il presidente che fa da trincea all'espandersi di governi «fuori controllo» Usa in Sudamerica. Il Plan Colombia, nato come guerra «al narcotraffico» e cambiato in corso d'opera nella più attuale lotta al terrorismo, può finanziare la rielezione di Uribe. L’ambasciatore Usa a Bogotà William Wood ha detto: «Le Farc hanno 40 anni, il mandato presidenziale è di soli 4. Il popolo colombiano ricordi che la tattica delle Farc, di fronte a presidenti fermi e popolari come Uribe, è stata sempre di attenderne la scadenza dei mandato».
* Luis Gómez l’autore di questo articolo, Luis Gómez, è un giornalista boliviano. Scrive corrispondenze peri il quotidiano messicano la Jornada da La Paz ed è una delle firme più autorevoli di Narco News, una rete di reporter di «giornalismo autentico» che si occupa principalmente di «guerra alla droga e democrazia in America latina». Tra i collaboratori dei Narco News Bulletin c'era anche GaryWebb, il giornalista californiano che aveva vinto il Premio Pulitzer per un'inchiesta sui traffici di cocaina della Cia. Luis Gémez, che è da tempo un amico ed estimatore di Carta, ha recentemente scritto il miglior libro uscito in Bolivia sulla «guerra dei gas» a El Alto, la città satellite di La Paz. L’articolo che ci ha inviato è uscito su The Narco News Bulletin il 29 gennaio. Luis annuncia che proseguirà l'inchiesta.

Fonte: disinformazione.it

Perché gli hamburger di McDonald’s non si decompongono mai?

Perché gli hamburger di McDonald’s non si decompongono mai?

È sempre interessante notare come i media principali “scoprono” notizie che credono essere nuove anche se la comunità salutista ne ha parlato per anni. Per esempio, recentemente il New York Times ha pubblicato un articolo intitolato "Quando le medicine causano problemi che dovrebbero prevenire".
Abbiamo parlato per anni di questo argomento, di come la chemioterapia causi il cancro, i medicinali per l’osteoporosi provochino fratture alle ossa e di come gli antidepressivi portino a comportamenti suicidi. 
L’ultima “novità” scoperta dai media principali è che gli hamburger e le patatine del Happy Meal della McDonald’s non vanno a male, anche se li si lascia per sei mesi. Questa storia è stata ripresa dalla CNN, dal Washington Post e altri media commerciali che sembrano essere rimasti folgorati dal fatto che il cibo spazzatura delle catene dei fast food non marcisce.
La cosa divertente è che l’industria salutista si era già interessata a questo argomento anni fa.
Ricordate il video Bionic Burger di Len Foley? Era apparso nel 2007 ed è stato visto 2 milioni di volte su Youtube. Nel video c'è un ragazzo che ha comprato i suoi hamburger da McDonald’s nel 1989 e dopo due decenni non si sono ancora decomposti!
Ora lui conserva un museo di hamburger non avariati nel suo scantinato. 

I media principali hanno ripreso questa storia? No, nemmeno una parola. La storia era stata completamente ignorata. Soltanto nel 2010, quando un artista ha postato una racconto su un hamburger McDonald’s che da 6 mesi non andava a male, i media l’hanno raccontato.
Date un’occhiata al video indicato sopra e vedrete un intero museo di Big Macs e hamburgers riuniti lungo gli anni, e nessuno di essi si è decomposto.
Ed è di particolare interesse soprattutto perché il recente “Happy Meal Project” che verifica lo stato di un hamburger per sei mesi, ha attirato molte critiche da chi sostiene che l’hamburger va a male se gli si dà il tempo sufficiente. Questi critici ignorano evidentemente l’esistenza del museo dei burger mummificati fin dal 1989. Questa roba sembra non decomporsi mai!

Perché gli hamburger della McDonald’s non si decompongono? E allora perché gli hamburger e le patatine dei fast food non marciscono? La risposta più facile potrebbe essere che sono fatti con tanti agenti chimici che nemmeno la muffa li attaccherebbe.
In parte è vero, ma non è tutto. 

La verità è che molti cibi trattati non si decompongono né vengono attaccati dalle muffe, insetti o topi. Provate a lasciare della margarina fuori nel cortile e vedrete che niente la attaccherà. Anche la margarina sembra essere immortale!
Le patatine durano decenni. Le pizze congelate resistono notevolmente alla decomposizione.
Avete presenti le salsicce e le carni trattate vendute a Natale e durante le feste? Potete tenerle per anni e mai andranno a male.

La ragione essenziale per cui le carni non si decompongono è il loro elevato contenuto di sodio.
Il sale è un grande conservante, come ben sapevano gli esseri umani che lo hanno usato per millenni. Le polpette di carne della McDonalds sono così piene di sodio che sono da considerare carne trattata, senza parlare degli agenti chimici che potrebbero contenere.
Sulla carne non ho dubbi circa la loro mancata decomposizione. La domanda che mi faccio invece è perché capita lo stesso con i panini? Questa è la parte che mi spaventa, dal momento che il pane naturale comincia a creare muffa dopo qualche giorno. Cosa può mai esserci nei panini della McDonalds che li preserva dalla vita microscopica per oltre due decenni?
In realtà, se non siete dei chimici non riuscirete nemmeno a leggere la lista degli ingredienti a voce. Ecco cosa contengono i panini, così come indicato nella pagina internet (non in quello italiano, ndt) della McDonald’s:
 
Farina arricchita (farina di grano sbiancata, farina di frumento maltata, niacina, ferro ridotto, tiamina mononitrato, riboflavina, acido folico, enzimi), acqua, sciroppo di alto fruttosio (HFCS), zucchero, lievito, olio di soia e/o olio di soia parzialmente idrogenato, contiene il 2% o meno di: sale, solfato di calcio, carbonato di calcio, glutine di grano, solfato di ammonio, cloruro di ammonio, agenti ammorbidenti per la pasta (lattato steaorile di sodio, estere diacetiltartarico di mono- e digliceridi degli acidi grassi, acido ascorbico, azodicarbonamide, mono- e digliceridi, monocalcio fosfato, enzimi, gomma di guar, perossido di calcio, farina di soia), propionato di calcio e propionato di sodio (conservanti), lecitina di soia. 

Non c'è male, vero? Soprattutto l’HFCS (qualcuno vuole il diabete?), l’olio di soia parzialmente idrogenato (causa malattie cardiache) e la lunga lista di chimici come il solfato di ammonio e il propionato di sodio. Yumm, mi viene l’acquolina in bocca solo a pensarci.
Ma la drammatica verità è che secondo me niente mai mangerà il panino della McDonald (tranne gli esseri umani) perché non è cibo!
Nessun animale normale può avere la percezione del panino McDonald’s come cibo e a quanto risulta nemmeno i batteri o le muffe. Secondo il loro buon senso, quella è roba non commestibile. Ecco perché questi burger bionici non andranno mai a male. 

E ora arrivo alla mia conclusione su questa risibile vicenda: esiste una sola specie sul pianeta terra che è così stupida da pensare che l’hamburger della McDonald è cibo. Questa specie soffre di altissimi tassi di diabete, cancro, malattie cardiache, demenza e obesità. Si tratta di una specie che sostiene di essere la più intelligente del pianeta eppure si comporta in modo così stupido che alimenta i propri bambini con agenti chimici velenosi e con non-cibo talmente atroce che nemmeno la muffa se lo mangia.

23 febbraio 2011

Sostanze tossiche nei cosmetici: quali rischi per la salute?

Sostanze tossiche nei cosmetici: quali rischi per la salute?

Ogni giorno milioni di persone, donne in particolare, anche se il numero di uomini è in costante aumento, usano prodotti cosmetici sotto varie forme: saponi, dentifrici, shampoos, balsami, lozioni, creme (idratanti, da corpo, per le mani, anticellulite, antismagliature, antirughe, antietà, depilanti, ecc.), deodoranti, deodoranti intimi, oli da corpo, oli e sali da bagno, oli da massaggio, oli abbronzanti o protettivi, oli doposole, smalti per le unghie e loro solventi, mascara, profumi, talco, fondotinta, matite, ombretti, rossetti, lucidalabbra, coloranti e tonici per capelli, lacche e spray per capelli, dopobarba, oli per bambini etc.
Molte altre sostanze chimiche tossiche o potenzialmente tossiche sono poi presenti nell'ambiente casalingo, lavorativo, o per le nostre strade.
Milioni di tonnellate di sostanze chimiche vengono riversate direttamente o indirettamente, attraverso gli scarichi successivi alle lavorazioni industriali o risciacquate dai nostri corpi, nell'ambiente con gravi effetti inquinanti, dovuti anche alla loro scarsa biodegradabilità.
A parte il loro impatto ambientale, il fine di questo ricerca è di valutare le conseguenze del loro uso sulla nostra pelle e attraverso di essa, sui nostri corpi.
Un altro aspetto considerato è la possibile interferenza di queste conseguenze nei pazienti in trattamento omeopatico e più in generale in trattamenti "naturali" che si basano sulla stimolazione dell'energia vitale.

Fatti, Quotazioni, Cifre
Più di 1.000 nuove sostanze chimiche sono prodotte ogni anno.
Più di 300 sostanze chimiche di sintesi sono state trovate nei tessuti e nelle secrezioni umane, incluso il latte materno.
È stato stimato che 400 milioni di tonnellate di sostanze chimiche di sintesi sono prodotte ogni anno a livello mondiale.
È stato stimato che 5.000-10.000 sostanze chimiche sono da considerarsi pericolose, 150-200 tra di esse possono essere causa di cancro.

Il 95% delle sostanze chimiche usate nelle "fragranze" sono composti sintetici e derivati dal petrolio. Un tipico cosmetico/profumo può contenere fino a 100 fragranze, molte delle quali non sono mai state testate come sicure (www.wen.org.uk).
Ci sono più di 5.500 ingredienti approvati dalla FDA per l'uso cosmetico. L'Istituto Nazionale per la Sicurezza e la Salute nell'Occupazione (National Institute of Occupational Safety and Health) riporta che 884 degli ingredienti usati nei cosmetici sono tossici (Drop-DeadGorgeus; by K. Erickson; Contemporary books).
Nel giugno 2004 il WWF ha analizzato campioni di sangue prelevati da 14 ministri di 13 Nazioni dell'Unione Europea. Sono stati trovate 103 differenti sostanze chimiche di sintesi provenienti da 7 differenti famiglie chimiche: pesticidi organo-cloruri, bifenili policlorinati (PBCs), muschi sintetici, sostanze chimiche perfluorinate, ritardanti di fiamma brominati, ftalati e antibatterici... (Gender and Environmental report- by I. del Rio Gomez Ph.D.- march 2007 www.wen.org.uk)

"L'Istituto Nazionale delle Ricerche sull'Ambiente della Danimarca (The National Environmental Research Institute of Denmark) recentemente ha trovato che il 99% dei cosmetici applicati sulla pelle e il 77% di quelli che vengono risciacquati contengono Parabeni. I Parabeni agiscono da conservanti, ma sono anche conosciuti come irritanti per la pelle e gli occhi ed hanno la proprietà di mimare l'ormone femminile estrogeno...". (The Guardian 08-05-04 p.10).
"Le donne potrebbero mettere a rischio la salute dei loro piccoli ancora non nati, usando cosmetici e profumi...Molti dei prodotti che esse usano contengono un gruppo di sostanze chimiche che si pensa possano interferire con il sistema riproduttivo e altri organi vitali. Tali sostanze conosciute come ftalati sono state trovate nei make-up, profumi, shampoos, deodoranti, prodotti solari, smalti per le unghie e dopo shampoos...Essi sono anche sospettati di alterare lo sviluppo dei testicoli riducendo la conta spermatica e danneggiando fegato e reni... (Daily Mail 10-01-2001 by M. Halle)
"Il Dr. Sean Munroe, direttore medico dell'Ospedale Breakspeare, Hertfordshire, negli ultimi 20 anni ha trattato più di 8.000 donne per problemi di sensibilizzazione della pelle ai prodotti di bellezza... (Daily Mail 08-04-2002 By Tim Utton).
"Apparirebbe che ci sia un aumento del numero della popolazione generale esposta ad alcuni allergeni e possibilmente nel loro livello di esposizione ad alcuni delle seguenti sostanze: paste dentifricie, spray per la casa, prodotti per la pulizia, profumi..etc. Fino al 35% della popolazione dimostra tale evidenza sui test immunologici delle IgE per la reattività agli allergeni. Un'alta porzione di questa popolazione (5-10%) mostra sintomi clinici di uno o più disordini di tipo allergico (tra i più comuni l'asma, l'eczema, la febbre da fieno)".
("The burden of disease attributable to environmental pollution. Prof. I. Mathews and Dr. S. Parry Department of Epidemiology, Statistics, Public Health, University of Wales, College of Medicine, Cardiff)

SOSTANZE CHIMICHE TOSSICHE NEI COSMETICI – 1
A) Alteratori Endocrini: sostanze chimiche che interferiscono con la normale funzione ormonale nei corpi umani. Essi possono bloccare l'azione degli estrogeni o agire come "impostori". Sono stati collegati a tumori al seno, riduzione dello sperma, alterazioni della funzione tiroidea, problemi di comportamento come deficit di attenzione e iperattività.

- Ftalati: dibutilftalato (DBP), Di-2-etilesilftalato (DEHP), butilbenzil ftalato (BBP).
• usati negli idratanti per la pelle, negli spray per capelli, negli smalti per le unghie, come facilitatori della penetrazione nella pelle.
• usati come plasticizzanti nei fogli per avvolgere i cibi, nei contenitori di plastica e nei giocattoli.
• collegati allo sviluppo prematuro del seno
• interferiscono con lo sviluppo del sistema riproduttivo in feti maschili

- Alchifenoli etossilati - PEG: nonifenolo, polietilene, glicol-polietilene, polioxietilene...
• usati come emulsificanti, agenti schiumogeni e umettanti.
• usati in shampoos, colori per capelli, creme da barba.
• collegati con problemi ormonali, neurologici, immunologici e del sistema riproduttivo.

- Parabeni - Alchil para-idrossido benzoato: butil/ metil/ etil/ isobutil parabeni
• usati come potenti conservanti (antibatterici)
• usati in molti shampoos, idratanti, creme per la pelle, nel cibo (birre, marmellate..)
• rischio potenziale per la salute umana per la loro attività estrogenica-simile
B) Altri alteratori endocrini: benzofenone-3 (BP3), omosalato (HMS), nitromuschi, muschi policiclici, octil dimetil-PABA (OD-PABA), resorcinolo, idrossianisolo butilato (BHA), butil-metossidibenzoilmetano (B-MDM), metil-benzilidene canfora (4-MBC), octil-metossicinnammato(OMC).
Samuel S. Epstein, M.D. Cancer Prevention Coalition University of Illinois at Chicago School of Public Health, www.preventcancer.com

C - Ingredienti e contaminanti con evidenza di carcinogenicità

a) Carcinogenici nascosti:
i) Contaminanti
- pesticidi organofosforici, trovati per es. nella lanolina
- arsenico, piombo, blu 1, verde 3, trovati per es. nelle tinte a base di catrame
- diossano, trovato per es. nel PEG, polisorbato, laureths, alcoli etossilati
- silice cristallina, travata per es. nei silicati amorfi

ii) Precursori delle Nitrosamine
DEA
TEA
broponol
padimate O

iii) Rilasciatori di Formaldeide
bronopol
quaternium 15
diazolinidil urea
imidazolidinil urea
DMDM idantoina

b) Carcinogeni Palesi:
DEA
talco
fluoruro
saccarina
silice cristallina
tinte a base di catrame
blu1
verde 3
para-fenilenediamina
Steinmann & Epstein, The Safe Shopper's Bible, 1995, MacMillan Press, NY (800) 434-3422
Epstein, The Politics of Cancer Revisited, 1998, East Ridge Press, Hankins, NY (800) 288-1287 or 845-887-6467.

SOSTANZE TOSSICHE NEI COSMETICI – 2

- Triclosano: cloro-2 (2,4-diclorofenossi) fenolo
• azione: antibatterico. Durante il processo di lavorazione può produrre diossina, notoriamente cancerogena
• usato nei saponi liquidi, lavande vaginali, deodoranti, dentifrici, prodotti per l'igiene orale
• rinvenuto nel latte materno e nei pesci

- Toluene: tuluolo o metilbenzene
• usato nei prodotti per le unghie e nelle lacche
• il vapore può essere pericoloso, può alterare il fegato, i reni, il sistema sanguigno, il sistema nervoso centrale
• causa irritazioni della pelle, degli occhi, del tratto respiratorio. Può essere assorbito attraverso la pelle.

- Xilene: xilor o dimetilbenzene
• usato nei prodotti per le unghie e nelle lacche
• può causare irritazioni della pelle, del tratto respiratorio e danni epatici

- PPD: p-fenilenediamina
• azione: colorante per capelli e tatuaggi temporanei
• usato nei coloranti scuri per capelli e nel nero di Henna
• connesso al cancro nei lavoratori che ne fanno uso
• irritante per la pelle e allergenico
• può causare gastrite, asma bronchiale
• sospetto mutageno

- Propilene/Butilene glicole: derivato del petrolio, ingrediente usato negli anti-freeze e nei liquidi per freni. È l'ingrediente idratante più usato nei cosmetici perchè meno caro della glicerina.
• azione: umettante
• usato nelle lozioni solari, lozioni da corpo, make-up, coloranti per cosmetici.
• può causare dermatiti (penetra la pelle indebolendone le strutture cellulari).
• può causare danni renali, anormalità epatiche (National Institute for Occupational Safety and Health).
- dalla MSDS (Material Safety Data Sheet): Pericolo acuto e cronico per la salute.

- Idrossitoluene Butilato: contiene toluene
• azione: antiossidante, conservante.
• usato in lozioni solari, stick per le labbra, mascara, creme per il viso.
• connesso a possibili effetti sul comportamento e a problemi riproduttivi
• possibile allergene
• non ammesso nei cibi per bambini

- Sodium lauril solfato (SLS), Ammonio lauril solfato (ALS), Sodium lauril etere solfato (SLES), Ammonium laureth solfato (ALES), Trietanolamina (TEA)...: tutti surfactanti anionici.
• azione: schiumogeni
• usati nei detergenti per auto, sgrassatori per motori, detergenti per pavimenti!
• usati nel 90% degli shampoos commerciali, creme per la pelle, alcuni dentifrici.
• irritante per la pelle, possono danneggiare la funzione barriera della pelle alterandone le cellule
• possono reagire con altre componenti chimiche formando nitrosamine o diossina (cancerogena).

- Talco:
• azione: assorbente (chimicamente simile all'asbesto).
• usato negli ombretti, cipria, fard, cerone, talco.
• carcinogeno in animali (Occupational Safety and Health Administration).
• usato nelle aree genitali aumenta il rischio per lo sviluppo del cancro ovarico.
• se inalato può irritare i polmoni.

- Ammoni quaternari (surfactanti cationici): benzalconio cloruro, stearalconio cloruro, cetrimonio cloruro.
• azione: conservanti, surfactanti, germicidi
• usati nei balsami per capelli
• caustici, possono irritare la pelle e gli occhi, allergenici, tossici.

- Nitrosamine: non sono ingredienti primari nei cosmetici, si formano quando l'acido nitrico e le amine si combinano.
• carcinogeniche
• possono contaminare shampoos o altri cosmetici quando avviene la reazione
• possono essere assorbite nel corpo in alti livelli
• molti agenti nitrosanti sono usati nei cosmetici: DEA (dietalonamina), TEA (trietanolamina), MEA (monoetanolamina), sodio lauril e laureth solfato, formaldeide

- Formaldeide:
• azione: conservante, germicida, fungicida, antischiuma
• usato nei prodotti per le unghie, saponi, shampoos, preparazioni per la crescita dei capelli
• il 20% delle persone che sono esposte ad esso sviluppano reazioni tossiche: allergiche, irritanti, dermatiti da contatto.
• il vapore è irritante per gli occhi, il naso, la gola.
• carcinogeno (danneggia il DNA in test da laboratorio)

- MEA, DEA, TEA: monoetanolamina, dietanolamina, trietanolamina.
• azione: aggiustatori del PH, convertono acidi in Sali
• usati nei cleansers (detergenti/struccanti)
• possono causare reazioni allergiche, problemi oculari, secchezza della pelle o dei capelli
• possono essere tossici se assorbiti nel corpo durante un lungo periodo
• sono agenti nitro santi

- Diazolidinil-urea: contiene formaldeide. Una delle cause primarie di dermatiti.
- Fragranze: più di 4.000. Molte di esse sono tossiche e carcinogene.
• usate in quasi tutti i cosmetici, profumi e prodotti per la casa
• osservazioni cliniche hanno provato che le fragranze possono interferire con il Sistema Nervoso Centrale, causando depressione, iperattività, irritabilità
• possono provocare mal di testa, vertigini, reazioni allergiche e irritazioni della pelle

- Lanolina
• puo' essere contaminata con pesticidi organofosforici e insetticidi (tossici e carcinogeni)

- Olio Minerale (da petrolio): paraffina liquida o olio di paraffina o petrolatum o cera di paraffina
• produce un film impermeabile sulla pelle bloccandone i pori
• interferisce con l'azione disintossicante della pelle promuovendo acne e invecchiamento precoce
• la maggior parte degli oli per neonati e bambini sono oli minerali!
• può essere contaminata con PAH (idrocarburi aromatici policiclici)

- Alcohol isopropilico: prodotto da un derivato del petrolio (propilene)
• secca ed irrita la pelle alterandone il naturale mantello idrilipidico
• la pelle diventa più vulnerabile ai virus, funghi, batteri

- Derivati del Silicone: dimeticone, dimeticone copoiol, ciclometicone...
• azione: emollienti
• usato nei dopo-shampoos, creme per la pelle
• occlusivi, bloccano la pelle impedendole di respirare
• alcuni emollienti di sintesi possono promuovere tumori. Si possono accumulare nel fegato e nei linfonodi
• non sono biodegradabili: hanno un impatto negativo sull'ambiente

- Colori a base di catrame:
• azione: coloranti
• usati nelle tinte per capelli
• contengono molte sostanze tossiche quali il benzene, naftalene, fenolo, xilene, creosolo.
• Molti di questi colori hanno mostrato potenziale attività carcinogenica:
1 - Antrachinone (benzene + anidride ftalica): irritazione della pelle, reazioni allergiche, dermatiti da contatto. Può causare tumore in animali da laboratorio
2 - Quinolina (catrame + anilina, acetaldeide e formaldeide): tossica e carcinogenica
3 - Trifenil metano (carbon-tetracloruro + benzene + alluminio cloruro): altamente carcinogenico

ALTRI CONTAMINANTI DELLA PELLE AMBIENTALI
Prodotti per la pulizia della casa: detergenti a base di ammoniaca, varecchina, disinfettanti, cere per pavimenti e mobili, cere per metalli, polveri abrasive, prodotti per tappeti e per divani, detergenti per bagni, detergenti per finestre.
Inoltre:
Pitture, smacchiatori, vernici, solventi
Prodotti usati nei truciolati
Moquettes sintetiche, PVC linoleum etc...
Equipment per uffici: computers, video-terminali, fotocopiatrici
Laboratori di Scienze: tiourea, colchicine, prodotti contenenti piombo, mercurio e composti contenente mercurio, cianidi, aniline, arsenico, benzene, cloroformio, formaldeide, acetato di piombo, composti di osmio e di titanio etc...
Forniture per le Scuole e per le Arti: solventi, pigmenti, polveri minerali, colori, conservanti etc...
(GENDER AND ENVIRONMENTAL CHEMICALS REPORT BY Iliana del Rio Gomez, PHD - Women Environmental network. www.wen.org.uk)

CONTAMINANTI AMBIENTALI
Idrocarburi aromatici policiclici (PAH), biossido di zolfo, monossido di carbonio, ossido di azoto, benzene, piombo, ozono, polveri sottili (PM10 e fumi neri).....

ASSORBIMENTO E INTERAZIONI DOVUTI ALLUSO DI COSMETICI DI SINTESI
Dall'analisi della composizione chimica della maggior parte dei cosmetici di largo consumo si evidenzia il rischio che una parte di essi possa essere assorbita all'interno dell'organismo determinando un effetto di "intossicazione" interna e di stress degli organi deputati ai processi di disintossicazione e di esonerazione.
Come visto precedentemente la pelle è un organo vero e proprio, in relazione di continuità con tutto l'organismo e una delle sue funzioni è proprio quella dell'assorbimento. Le sostanze chimiche di sintesi e non, applicate sulla pelle, specie se lipofile, possono penetrare attraverso di essa in varia percentuale in relazione alla composizione chimica, peso e grandezza molecolare e, attraverso il microcircolo e il sistema linfatico, entrare all'interno del corpo. Parabeni sono stati trovati nei tessuti mammari, Triclosano nel latte materno, tracce di talco in cancro alle ovaie (riportato in wen.org.uk -cosmetic fact-).
È difficile dire quanta sostanza viene assorbita, ma di fatto negli ultimi anni è in forte aumento l'uso di farmaci convenzionali applicati per via epidermica (cerotti a base di nicotina, cerotti che rilasciano ormoni per il trattamento della menopausa, cerotti antinfiammatori, etc.) a conferma di questa via di utilizzo. Inoltre componenti chimiche usate nei cosmetici sono state ritrovate in alcuni tessuti del corpo o alcuni tessuti tumorali, specie mammari, a conferma che una parte di quanto applichiamo sulla pelle o sulle mucose viene assorbito ed interagisce con l'intero sistema.
Alcuni studi (Journal of the National Cancer Institute, 2-2-1994) hanno mostrato come l'uso costante di colore nero per tingere i capelli aumenta di molto il rischio di sviluppare linfomi non-Hodgkin e mieloma multiplo (American Journal of Epidemiology,15-10-1993) o l'aumento del rischio di leucemia.
Alla luce di ciò dovremmo cambiare la definizione di cosmetico? La definizione legale di cosmetico, come "sostanza applicabile sulle superficie esterne del corpo per modificarne l'apparenza", è di fatto incompleta e anacronistica poiché non tiene conto del suo assorbimento e dell'azione sull' intero organismo in una visione unitaria della vita.
Si pensi inoltre alle conseguenze dell'uso di molti ingredienti chimici di sintesi tossici o allergenici che bloccano i pori (oli a base di paraffina...) presenti nei cosmetici, sulle pelli delicate dei neonati o su quelle pelli sensibili o infiammate di molti adulti dove l'aumentata permeabilità e il diminuito spessore della cute favorisce una maggiore penetrazione e assorbimento all'interno.
Le conseguenze dell'assorbimento di sostanze estranee e potenzialmente tossiche sono l'attivazioni di processi immunologici e di disintossicazione che coinvolgono fegato, reni, intestino, polmoni e la pelle stessa.

Il "costo" per il nostro corpo
Per compiere questa opera l'organismo deve spendere energia, energia che viene di fatto sottratta ad altre funzioni importanti, compresa quella della guarigione o riparazione. Si realizza di fatto un proprio furto di energia vitale che, a seconda del soggetto e delle sue condizioni, provoca un rallentamento delle funzioni fisiologiche e una sottrazione delle energie utilizzate nei vari distretti dell'organismo.

OMEOPATIA E PELLE
Come detto precedentemente, la pelle rappresenta un importante organo di sfogo e di esonerazione delle tossine interne nel processo di guarigione stimolato dal rimedio omeopatico. Per questo la pelle, secondo Hahnemann, dovrebbe essere lasciata libera di respirare, non dovrebbe essere "bloccata" o "impedita" nella sua vitale funzione esonerativa dall'applicazione, sulla sua superficie, di sostanze estranee usate per "trattare" solo sintomatologicamente quelle che sono chiare espressioni della "vis medicatrix naturae" nella sua spinta centrifuga verso l'esterno. Questo in accordo con la legge di Hering.
Sono molti i casi clinici riportati nella letteratura omeopatica, causati dalla soppressione dei sintomi epidermici (es.: eczema >asma, etc.).
In un'analisi statistica effettuata dal Dr. V. Rocco presso la L.U.I.M.O. (Libera Università di Medicina Omeopatica) di Napoli, negli ultimi 10 anni sono ricorsi alle cure omeopatiche, a causa di problemi e disturbi cutanei, circa il 10% dei pazienti di cui il 7.8% manifestava anche una qualche forma di allergia o intolleranza. Una percentuale certamente molto alta.
Sono note in letteratura cibi o altro (carni di maiale, selvaggina, aromi e spezie, aglio, peperoncino, tabacco da naso; Hahnemann: Malattie croniche, Organon) o profumi (canfora, menta, eucalipto..) che possono rallentare o interferire con l'azione del rimedio omeopatico, ma cosa dire di tutte le sostanze, in primis i cosmetici a base di sostanze chimiche di sintesi e poi tutti gli altri inquinanti ambientali, con cui veniamo a contatto ogni giorno?
E cosa dire di molti tessuti sintetici che non lasciano traspirare la pelle o tessuti con tracce di detersivi e fragranze chimiche di sintesi?
La maggior parte dei pazienti omeopatici, anche se resi in parte più consapevoli dai consigli del proprio medico, continuerà ad usare dentifrici, shampoos, balsami, coloranti per capelli, rossetti, dopobarba, profumi....e molto altro ancora!
È qui importante reiterare che il medico omeopata, nel selezionare il corretto rimedio, tenga in considerazione ogni potenziale antidoto al rimedio stesso.
Accludo qui si seguito una tavola degli antidoti dei rimedi più comunemente prescritti (estratto dalle MM di Jahr e Duprat).
Suggerisco inoltre che il paziente omeopatico sia messo al corrente, se necessario, di questo problema e gli sia chiesto di controllare la lista degli ingredienti nei cosmetici usati.
Alcuni degli antidoti sono frequentemente presenti nei prodotti cosmetici:
- Zolfo (Sulphur): usato nei saponi, antidota praticamente tutti i rimedi
- Canfora: antidota tutti i rimedi a base di piante
- Vinum-Alcohol: presente nella maggior parte dei profumi, antidota Aconitum, Belladonna, Nux Vomica, Phosphorus
- Camomilla: presente in molti saponi "naturali", shampoos e altri cosmetici, è un antidoto di Aconitum, Carbo Vegetabilis, Ignatia, Lachesis, Nux Vomica, Pulsatilla, Sulphur.
Penso che, senza imporre restrizioni illogiche e indiscriminate, come nel caso del caffè che antidota solo alcuni rimedi e il cui uso può essere semplicemente ridotto piuttosto che sospeso, bisogna sempre prestare attenzione ai cosmetici usati dai pazienti quando viene prescritto un rimedio per il quale sono ben conosciuti gli antidoti. Questo può solo essere di beneficio al paziente per tutelare e aumentare la sua forza vitale e, di conseguenza, la sua risposta eliminatoria.

CONCLUSIONI
Quali allora le possibili conseguenze sul paziente omeopatico (e non...!) dell'impatto delle sostanze chimiche presenti nei cosmetici, applicate sulla pelle, o assorbite dall'ambiente esterno e di cui il medico omeopatico deve tener conto nella raccolta dei sintomi e dei dati relativi allo stile di vita?
- Possibile azione di antidoto (benzene, toluene..)
- Azione di blocco dei pori della pelle (oli a base di paraffina, componenti al silicone.. )
- Azione intossicante della pelle con riduzione della sua capacità esonerativa - Azione intossicante di tutto il sistema dovuto alla penetrazione e all'accumulo nei tessuti.
- Rallentamento dell'azione centrifuga della forza vitale
- Mascheramento dei sintomi reali o comparsa di nuovi sintomi
La reiterazione della somministrazione del rimedio o l'aumento della potenza prescritta potrebbe essere inoltre una necessità per superare il blocco della pelle dovuto a quanto sopra descritto.
Per concludere: la pelle dovrebbe essere considerata come un organo vero e proprio e le sostanze cosmetiche applicate su di essa dovrebbero avere la sola funzione di detergerla naturalmente, nutrirla con sostanze di origine vegetale pure del tutto affini alle sue componenti idrolipidiche, aiutarla a disintossicarsi per svolgere in maniera ottimale le sue funzioni.
Gli ingredienti devono essere e comportarsi come 'cibo per la pelle', da essa riconosciuti chimicamente (acidi grassi essenziali, vitamine liposolubili, clorofille etc.) e vibratoriamente, da essa assorbiti con facilità sia a livello epidermico che, in parte, in quella generale, e metabolizzati per entrare poi a far parte della struttura biologica interna.
Per questo devono essere certificati biologici e gli oli anche pressati a freddo per garantire la purezza, la massima qualità, un facile assorbimento per il beneficio non solo per la pelle e dell'organismo, ma anche per il nostro pianeta e il nostro futuro.
E' con questa consapevolezza che ho speso gli ultimi 10 anni nella ricerca e formulazione di cosmetici di questa natura e e di questa qualità che, nella mia opinione ed esperienza, lavorano in linea e sinergicamente con il rimedio omeopatico, senza effetti di interferenza o di antidotazione.



P.S: l'immagine è stata scelta a caso.

22 febbraio 2011

Il digiuno può salvarvi la vita!

Il digiuno può salvarvi la vita!

Prima di spiegare cos’è il digiuno e perché è importante, è necessario comprendere cos’è la malattia.
In estrema sintesi, dal punto di vista igienistico, il “sintomo” (ufficialmente chiamato “malattia”) è il tentativo ultimo della Natura, cioè dell’organismo, di eliminare tutte le tossine (alimentari, metaboliche, emozionali, ecc.) che hanno inquinato il corpo.

Il costante avvelenamento
Le tossine entrano nella circolazione sanguigna principalmente attraverso:
1)      Tossiemia esogena, cioè esterna, provocata da alimenti nocivi (combinazioni errate, fermentazioni, putrefazioni intestinali) o sostanze estranee all’organismo (microbi, batteri, ecc.)
2)      Tossiemia endogena, cioè interna, di origine cellulare per la ritenzione di metaboliti. In ogni momento i tessuti (cellule, ecc.) vengono distrutti nel processo chiamato “catabolismo”. Questi sono rifiuti tossici che devono essere espulsi quanto prima dal corpo.
L’avvelenamento, sia per opera di cibi tossici e/o combinazioni errate, sia nel caso dei tessuti distrutti, in un organismo sano, forte e in buona salute, viene ridotto ed eliminato dal sangue rapidamente. Quando invece l’energia nervosa non è sufficiente, il sistema di eliminazione non funziona correttamente provocando la ritenzione delle tossine e la costante intossicazione del sangue e dei tessuti. Nel momento in cui tale intossicazione supera una soglia di tolleranza, scatta immediatamente la malattia.

L’energia nervosa
Il troppo freddo o caldo, le preoccupazioni, i traumi, la digestione appesantita, gli sforzi mentali e fisici, la paura, gli eccessi emozionali, la rabbia, il non riposo, ecc. sono tutte condizioni che a lungo andare snervano l’essere umano e disperdono l’energia corporea.
Quando l’energia individuale si abbassa e raggiunge un certo livello (unico ed individuale per ogni persona), viene ritardata l’eliminazione delle tossine, dei rifiuti tossici, con conseguente deposito di scorie e tossine che causano autoavvelenamento.
La zona o l’organo dove avviene il maggior deposito di scorie dipende da persona a persona, dipende dalla costituzione, da eventuali predisposizioni (non certo genetiche, ma epigenetiche, quindi ambientali), dalla zona a “minor resistenza”, ecc.
Qualcuno potrà vedere interessate le articolazioni (artrosi, reumatismi, gotta, ecc.), qualcun altro un organo specifico (fegato --> cirrosi, polmoni --> polmonite, reni --> nefrite, stomaco --> gastrite, arterie --> ipertensione), ecc.

Malattia e sintomo
Nonostante queste differenze di locazione il concetto di malattia non cambia: si tratta sempre di una “eliminazione vicariante” operata dal corpo per espellere le tossine e diminuire la pericolosa saturazione tossica.
Sembrerà strano, ma tutti i fattori esterni a noi (freddo, caldo, microbi, virus, batteri, alimenti, ecc.) non possono causare di per sé la malattia, a meno che non provochino snervamento e indebolimento dell’energia vitale, la cui conseguenza è il ritardo nella espulsione delle tossine.
Se e solo se, il sangue si satura di tossine, interviene “l’eliminazione vicariante” detta malattia (o sintomo)!
Quindi in quest’ottica, la malattia altro non è che la Natura stessa che interviene di prepotenza, per liberare il carico tossico dal corpo, e segnalarci che siamo usciti dai binari di una vita sana e naturale.
Il nostro stile di vita globale (alimentazione, mondo dei sentimenti, mondo dei pensieri, le cose che diciamo e come le diciamo, ecc.) viene messo in discussione. Sta a noi comprenderlo e accettarlo, oppure possiamo sempre girare la testa dall’altra parte e prendere la medicina, il prodotto naturale, il farmaco omeopatico, ecc.
Tutte cose che nel bene (medicine naturali) e nel male (farmaci tossici) interferiscono con il meccanismo messo in atto dalla Natura.

STRESS AMBIENTALE – ABITUDINI QUOTIDIANE ERRATE
TRAUMI (FISICI-MENTALI-EMOZIONALI)
INDEBOLIMENTO
ELIMINAZIONE INSUFFICIENTE E RITENZIONE DI TOSSINE
TOSSIEMIA
MALATTIA
Irritazione > Infiammazione > Indurimento > Ulcerazione > Fungosità (cancro)

Qui sopra, dal diagramma codificato dal dottor J.H. Tilden (1851-1940) che esemplifica l’andamento della malattia, si può evincere che la malattia viene sempre dopo una tossiemia generalizzata, e la tossiemia viene sempre dopo un indebolimento energetico causato dallo stile di vita errato (alimenti tossici come le proteine animali, le combinazioni errate, una vita sregolata, poco riposo, ecc.)
Se tutto parte da un indebolimento generale e generalizzato, è logico che il riposo (mentale, fisico, emozionale) è basilare, e infatti in quest’ottica il digiuno è uno degli strumenti chiave.

Virus e batteri
Che ruolo hanno in tutto questo i batteri e virus? Sono esseri così tremendi da dover combattere con ogni strumento?
In questa visione, non sono certo da demonizzare, visto che il nostro corpo è praticamente colonizzato da miliardi di microrganismi, per non parlare dei virus (informazione ricoperta da una proteina) che sono all'ordine del giorno.
Nonostante quello che viene insegnato nelle scuole di medicina, i pericoli non arrivano dall'esterno se il corpo è sano e forte. Un qualsiasi organismo in perfetta salute "resiste" a qualsiasi "entità estranea", mentre un corpo malato, indebolito da pratiche debilitanti (stress, traumi, alimentazione, ecc.) soccombe a qualsiasi cosa.
I microbi sono dei saprofiti, vale a dire che si nutrono delle materie organiche morte o morenti. In questa maniera se i tessuti si trovano in uno stato tossiemico tale da necessitare una pulizia, allora agiscono positivamente in favore della salute.
Se i tessuti sono sani, ossigenati e nutriti correttamente, il corpo ha numerosi sistemi (pelle, mucose, secrezioni battericide, globuli bianchi, proteine, fegato, milza, linfociti, ecc.) per distruggere i microrganismi che accidentalmente arrivano dall'esterno (cibo, acqua, respirazione, ferite, ecc.).
I microrganismi interni, quindi, vengono "attivati" e/o "disattivati" dal nostro terreno biologico e fungono da veri e propri "spazzini" che aiutano a "pulire" il corpo in determinate situazioni patologiche. Gli antibiotici ("anti-bios" = contro la vita, contro la Natura) per esempio, distruggono tutte le forme di vita, impedendo ai microbi di lavorare e alla Guarigione di manifestarsi.

Cos’è il digiuno?
Diciamo subito che il digiuno non è una cura e nemmeno una terapia: è “semplicemente” il riposo fisiologico dell’organismo!
Parlare di “digiuno-terapia”, in termini odierni, non sarebbe molto corretto, a meno ché non s’intenda per terapia il complesso processo di autoguarigione (che però vedremo tra poco).

L’economica della Natura
La Natura si sa, non spreca nulla.
L’organismo umano normale è fornito di una scorta di materiali nutritivi messi da parte sotto forma di grasso, midollo osseo, glicogeno, estratti muscolari, latte, minerali, vitamine, ecc.
Sembrerà impossibile, ma un corpo in buona salute possiede immagazzinata una scorta nutritiva appropriata e sufficiente per superare giorni, settimane e anche alcuni mesi senza cibo.
Se non ci si alimenta, il corpo si avvale di queste riserve per nutrire i tessuti, e quando queste si esauriscono sopravviene il vero e proprio dimagrimento.
Nel sangue, linfa, ossa, specialmente nel midollo osseo, nel grasso, nel fegato e nelle altre ghiandole, persino nelle cellule vi sono riserve di proteine, grassi, zuccheri, minerali e vitamine da utilizzare nei momenti di scarsezza.
Quindi l’organismo a digiuno non verrà danneggiato dall’astinenza se e solo se le riserve saranno sufficienti a soddisfare i bisogni nutritivi dei tessuti e/o organi primari (cervello, polmoni, cuore, sistema nervoso, ecc.).
Per esempio, il glicogeno (amido animale), immagazzinato nel fegato, a bisogno viene trasformato in zucchero e distribuito ai tessuti a seconda le necessità.
Migliaia di esperimenti su persone hanno stabilito che durante il digiuno i tessuti si consumano in ordine inverso alla loro importanza: il grasso è il primo tessuto a scomparire (scompare il grasso dai muscoli, ma il muscolo mantiene la sua integrità ed una forza sorprendente).
Certamente l’organismo a digiuno cala di peso, ma tale perdita, anche se per un periodo prolungato, coinvolge le riserve e non i tessuti organici.
Infine, la perdita di peso varia a seconda del carattere e della qualità dei tessuti, dell’attività fisica ed emotiva svolta, della temperatura esterna, ecc.
Gli stress emotivi, l’attività fisica, il freddo e i tessuti scadenti accelerano il processo del calo di peso.
La regola importante è “in salute o in malattia, mai forzare del cibo nello stomaco”

Nelle malattie acute
Nelle malattie acute (infiammazioni, dolori, febbre, ecc.) la fame non si presenta perché le energie devono essere indirizzate verso altre direzioni piuttosto che “sprecate” per la digestione.
L’energia viene deviata dagli organi digestivi verso il lavoro più urgente, e anche il sangue fa la stessa cosa: viene dirottato verso quelle zone che ne richiedono in quantità.
Vi è assenza di succhi gastrici e le pareti del sistema digestivo secernono muco in quantità; i movimenti muscolari dello stomaco vengono sospesi e viene quindi meno la capacità di digerire il cibo.
Non si deve mangiare durante una crisi acuta, sia perché non si digerirebbe correttamente provocando fermentazioni e/o putrefazioni, ma anche perché il digiuno allevia il dolore e alleggerisce il carico di organi come reni e cuore.
Negli stati febbrili, i medici napoletani di 150 anni fa, facevano digiunare! Oggi? Il medico prescrive tachipirina, novalgina, aspirina, e altri veleni tossici per l’organismo.
Saltare qualche pasto, quando si presentano i primi sintomi, spesso è sufficiente a prevenire lo sviluppo di malattie più serie.

Nelle malattie croniche
Nelle malattie croniche una persona tende a credere di aver fame, ma le sue sensazioni sono solo irritazioni del tratto digestivo. Questi sintomi scompaiono quando si digiuna.
Durante il digiuno si accelerano i processi escretori che liberano velocemente il corpo dalle scorie e tossine che sono causa del disturbo
Nell’anemia e nel diabete, non si può intraprendere il digiuno da soli, ma serve la guida di un esperto igienista

Quattro buone ragioni per digiunare

1- Dimagrimento. Il digiuno è la strada più veloce, sicura ed efficiente per dimagrire.

2- Compensazione fisiologica. Quando si deve digerire un cibo una grande quantità di sangue deve affluire agli organi digestivi e l’organismo conseguentemente tende ad essere pigro, ad addormentarsi. Se si svolge un lavoro pesante, il processo digestivo è praticamente sospeso. Digiunare, conservando le energie digestive, permette di deviarle verso altri canali e quindi di svolgere altri lavori.

3- Riposo fisiologico. Il digiuno permette il riposo del sistema digestivo, ghiandolare, circolatorio, respiratorio, nervoso. Più cibo viene ingerito, maggiore è il lavoro che deve essere svolto dagli organi che formano tali sistemi; in presenza di un digiuno questi organi si riposano. Le ghiandole della bocca e dello stomaco, il tubo digestivo, il fegato e il pancreas non devono lavorare. Il cuore, le arterie si alleggeriscono e riposano. Le ghiandole, all’infuori di quelle che scernono succhi digestivi, riducono la loro attività secretrice. La respirazione rallenta e il sistema nervoso lavora di meno.

4- Eliminazione. Il dottor J. H. Tilden: “Dopo 55 anni trascorsi nel selvaggio mondo delle terapie mediche, sono costretto a dichiarare, senza paura di essere smentito, che il digiuno rappresenta l’unico evacuatore terapeutico sicuro per l’uomo
Il dottor Felix L. Oswald: “Il digiuno rappresenta il migliore sistema rinnovatore. Tre giorni di digiuno all’anno purificano il sangue ed eliminano i veleni più efficacemente di cento bottiglie di soluzioni purgative”.
Non esiste niente altro che al pari del digiuno che sia in grado di aumentare l’eliminazione delle sostanze di rifiuto dal sangue e dai tessuti.
Le secrezioni represse o i rifiuti trattenuti vengono espulsi dall’organismo ed il sistema risulta purificato. Servono pochi giorni per liberare il sangue e la linfa dalle tossine, ma il digiuno prosegue nella sua azione e provoca l’espulsione delle tossine che da molto tempo erano depositate nei tessuti meno importanti (grasso, organi, ecc.)
Il digiuno costringe il corpo a consumare (autolisi) tutti i tessuti superflui e le scorte nutritive utilizzandole per sostenere i tessuti principali. In questo senso le tossine immesse in circolazione potranno essere espulse dagli organi escretori.

L’escrezione
L’escrezione è una delle funzioni fondamentali della vita ed è essenziale per l’esistenza stessa. L’organismo per mantenersi in vita deve: ASSIMILARE, CRESCERE, ESCRETARE
Abbiamo visto prima che vi è un continuo sforzo da parte dell’organismo di espellere le tossine accumulate, i rifiuti organici e inorganici (metabolismo: anabolismo e catabolismo).
Tutto quello che il corpo non può utilizzare come cibo deve essere espulso dal corpo.
Le energie dell’uomo sono divise sempre tra ASSIMILAZIONE ed ELIMINAZIONE.
Durante il digiuno (sospensione dell’alimentazione) l’eliminazione degli scarti, delle tossine raggiunge livelli unici.
Il riposo da solo aumenta l’eliminazione, anche se non agli stessi livelli.

Tutto ciò che diminuisce il lavoro dell’organismo aumenta quello dell’eliminazione
 
Forza ed energia durante il digiuno
Per quanto paradossale possa apparire, le persone deboli traggono i maggiori benefici da periodi di astinenza dal cibo, anche perché, la debolezza di solito, non è dovuta a mancanza di cibo ma ad una condizione di intossicazione dell’organismo e da una cattiva assimilazione.

Il digiuno può curare?
Il termine “cura” deriva dal latino che significava “attenzione”, “cautela”.
Oggi ovviamente ha un altro significato.
Il digiuno non “cura” nulla: è un periodo di riposo fisiologico, l’interruzione di ogni fatica.
Il riposo fornisce all’organismo l’opportunità di fare da solo quello che non riesce a fare in completa attività.

Guarire, a differenza di curare, è un processo biologico, NON è un’arte.
Un chirurgo può cucire una ferita ma non può guarirla, può mettere insieme le estremità di un osso rotto ma non può unire o saldare le due parti. SOLO l’organismo può fare questo.

Guarire è un processo naturale
Ogni GUARIGIONE è in realtà solo AUTOGUARIGIONE e per tanto il digiuno non è una cura.
In quanto riposo fisiologico, il digiuno permette all’organismo di autoguarirsi, fornendo al corpo l’opportunità di lavorare con meno sforzi.
Alcune cosa da sapere nel digiuno
1- Quando si inizia a digiunare quasi inevitabilmente si presentano sviluppi fisici che non devono allarmare: lingua bianca, bocca e alito cattivo, denti impastati, mal di testa, ecc.
Sono tutte condizioni che rappresentano il processo purificatore. Appena il corpo scarica il suo fardello tossico, inizia il processo di purificazione della lingua, prima la punta e poi sui lati e alla fine bocca e lingua puliti.
2- L’urina può diventare scura, quasi nera, dall’odore forte, anche se si beve solo acqua. Indice del lavoro renale di eliminazione.
3- La perdita di peso è dovuta all’utilizzazione delle riserve organiche
4- La debolezza è dovuta all’inattività funzionale. Si è molto rilassati, il cuore e la respirazione rallenta, la circolazione si calma. La debolezza iniziale è dovuta all’assenza della “solita stimolazione”: caffè, ecc.
5- L’aspetto più noioso forse è rappresentato da nausee e vomito, che però sono importanti crisi purificatorie.
6- Il riposo (fisico e mentale) è fondamentale.
7- L’esercizio fisico all’aria aperta moderato è molto importante
8- Il raffreddamento inibisce l’eliminazione, per cui bisogna stare al caldo.
9- Bere acqua fresca pura, non fredda.
10- I bagni di sole sono un fattore nutritivo di grande aiuto nel digiuno, basta non abusarne.
11- Niente purganti durante il digiuno

L’interruzione del digiuno
Il momento ideale per interrompere il digiuno è quando si manifesta il ritorno della fame.
La lingua è pulita e l’alito è sano.
L’interruzione e la ripresa alimentare è fondamentale per non vanificare il tutto.
Si può riprendere mangiando cibi leggeri come frutta e verdure. Tre pasti al giorno, semplici e non ricchi, formati da cibi freschi.