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10 maggio 2011

Trustpilot: acquisti online sicuri!


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2 aprile 2011

Kebab? Ecco la composizione della carne


Kebab? Ecco la composizione della carne

Intestino, polmoni, cuore, lingua, occhi, scarti di macelleria, ossa, sale e grasso animale. Non, no è la ricetta della zuppa di una strega ma gli ingredienti della “carne” di un Doner Kebab. Una moda spopolata in tutta Europa, il kebab è diventato il fast food più diffuso, da Londra a Barcellona, Roma, Berlino, Parigi, milioni di persone lo mangiano ogni giorno, senza sapere che cos’è e quanto pericoloso è per la salute.

Mahmut Aygun, emigrato in Germania dalla Turchia negli anni Settanta è stato uno dei primi fautori della diffusione di questo alimento nel nostro continente. Pare che, originariamente, nei paesi arabi dove è nato, il kebab fosse un piatto artigianale e rustico di carne, anche abbastanza fresco e nutriente, servito con verdure e salse speziate.

Il Doner Kebab (ovvero la versione “da passeggio”, diffusa dalla Germania in tutta Europa, ndr), invece, non ha niente di nutriente, né di buono, purtroppo.
Quel sapore anche “non male” e a volte appetitoso, che chiunque abbia mangiato un kebab conosce, non è nient’altro il risultato della lavorazione della carne con quantità spropositate di grasso animale e spezie: questo è quello che inganna il palato.
Chi è abituato a mangiare hamburger da McDonald od altre schifezze del genere, sa bene che il panino sembra buono: questo è solo un sapore indotto dal grasso utilizzato nel processo di lavorazione della carne.

Vi propongo i risultati di un’analisi condotta in Inghilterra da un equipe di scienziati e nutrizionisti (il testo integrale della ricerca è pubblicato di seguito in formato .pdf, ndr) e spero che vi facciano cambiare idea al momento di decidere se entrare in un “ristorante” che offre kebab.
  • più del 50% dei Doner Kebab contiene carne diversa da pollo o vitello, la maggioranza dei kebab sono un miscuglio di carni diverse, tra cui quella di pecora e di maiale;
  • a parte nei kebab realizzati con un’amalgama di carni di vitello, pollo, tacchino, pecora, maiale, in circa il 9% dei casi non si è potuta individuare con chiarezza la natura della carne utilizzata nel processo di triturazione;
  • un kebab contiene tra il 98% (nel migliore dei casi analizzati) ed il 277% della quantità giornaliera di sale accettabile, oltre la quale la salute di un essere umano è a rischio;
  • un singolo kebab contiene tra le 1.000 e le 1.990 calorie (senza considerare le verdure e le salse, ndr);
  • un altro dato scandaloso è che ogni kebab contiene tra il 148% ed il 346% della quantità di grassi saturi assimilabili giornalmente da un essere umano (sempre considerando solo la carne, ndr);
La totalità dei kebab diffusi dalla Germania in tutta Europa, contengono una quantità elevatissima di conservanti ed additivi chimici, necessari per poter assicurare la conservazione del prodotto per mesi. Inoltre, durante il loro trasporto ed all’interno degli stessi stabilimenti dove sono venduti al pubblico, questi rotoloni di “carne” sono soggetti a gravi interruzioni della catena del freddo, in seguito a continui e ripetuti congelamenti e descongelamenti.
Buon appetito.

Fonte: agoravox.it

13 marzo 2011

Prova Scientifica: Gli antipsicotici riducono il cervello

 Prova Scientifica: Gli antipsicotici riducono il cervello

I trattamenti tramite antipsicotici sono associati ad una riduzione del volume di materia grigia. Nei pazienti che hanno ricevuto più di un trattamento con antipsicotici è presente una diminuzione progressiva del volume di materia bianca.
Le immagini, a lungo attese, di 14 anni di risonanze magnetiche (MRI) risultanti dagli studi del dottor Nancy Andreason su 211 pazienti, documentano un restringimento progressivo del volume di tessuto cerebrale nei pazienti a cui sono stati prescritti antipsicotici la prima volta che hanno sperimentato un episodio di psicosi.

La scoperta, pubblicata su The Archives of General Psychiatry (un estratto qui sotto) mostra un rapporto diretto di causa tra il dosaggio, la durata dell'esposizione agli antipsicotici e il restringimento del cervello:

• Ad una più lunga esposizione corrisponde un più piccolo volume del tessuto del cervello ed un aumento di volume del fluido cerebrospinale.
• Dopo aver controllato gli effetti di altri 3 fattori predittivi, un trattamento di maggiore intensità tramite un antipsicotico è stato associato con indicatori di una riduzione generalizzata e specifica dei tessuti del cervello.
• Un trattamento antipsicotico continuato è stato associato a volumi inferiori di materia grigia. La diminuzione progressiva del volume di materia bianca era più evidente nei i pazienti che hanno ricevuto più trattamenti con antipsicotici.
La scoperta conferma gli studi sugli animali:
• "La plausibilità che un trattamento antipsicotico a lungo termine abbia una conseguente riduzione del volume generale cerebrale è ulteriormente convalidata da recenti studi controllati sui macachi".
• "Questi risultati sono coerenti con i precedenti studi MRI che suggeriscono che gli antipsicotici producono cambiamenti nel cervello umano, misurabili con tecniche di neuroimaging dal vivo."
Il meccanismo con cui questi farmaci causano danni al cervello, è stato spiegato da Dott. Andreasen in un'intervista al The New York Times (2008):
• "questi farmaci ... bloccano le attività di base dei gangli (formazioni nervose) . La corteccia prefrontale non riceve l'input di cui ha bisogno e viene arrestata dai farmaci. Ciò riduce i sintomi psicotici. E provoca anche una lenta atrofia della corteccia prefrontale."
• "Un'altra cosa che abbiamo scoperto è che più sono i farmaci che vengono somministrati e più si perdono i tessuti cerebrali."



1 marzo 2011

Siamo tutti drogati e nessuno lo dice

Siamo tutti drogati e nessuno lo dice

E’ risaputo che le droghe pervadono tutta la nostra società e il loro abuso è dilagante.
Le autorità dovrebbero vigilare sulla salute pubblica e invece non solo si girano dall’altra parte incuranti del problema, ma ci speculano sopra guadagnando cifre da capogiro.
Ma di cosa stiamo parlando?
Questo non è il classico articolo sulle droghe tradizionali: cocaina, eroina, hashish, marijuana, ecc., ma sulle droghe che inconsapevolmente assumiamo ogni giorno, tutti quanti, che ci piaccia o non ci piaccia!
Se pensate che il fenomeno non vi tocchi, leggete con molta attenzione!
Le droghe affascinano perché alterano la nostra percezione, la capacità di vedere e sperimentare il mondo. Vi sono vari modi per ottenere più o meno lo stesso effetto: cantare, ballare, digiunare, ridere, meditare, leggere, fantasticare, ecc.
Ma la droga è certamente molto più rapida, veloce e…proibita.
Dall’alba dei tempi l’uomo cerca e sperimenta sostanze psicotrope con le motivazioni più variegate, eccone qualcuna:
-      Espandere la propria coscienza per vedere il mondo con occhi diversi;
-      Pratiche di tipo religioso: la marijuana e molte piante allucinogene vengono usate in India e da altre popolazioni indigene;
-      Per curare malattie: oppio, cocaina, morfina marijuana e alcol sono stati i pilastri della medicina ottocentesca e venivano usati per qualunque cosa, dai dolori mestruali all’epilessia. Alla fine dell’Ottocento la cocaina veniva pubblicizzata come medicina miracolosa mentre il vino alla coca fu il farmaco più prescritto in assoluto;
-      Stimolare la creatività: Charles Baudelaire usava hashish e oppio, il collega Alexandre Dumas si univa a lui negli esperimenti con l’hashish. Lo scrittore americano Edgar Allan Poe faceva uso di oppiacei e parte della sua bizzarria descrittiva, derivava proprio da esperienze con la droga. I primi scritti di Sigmund Freud furono ispirati dalla cocaina, e lui stesso ne incoraggiò il consumo;
-      Fuggire dalla noia, disperazione e migliorare l’interazione sociale;
-      Fuggire dal mondo e dai problemi quotidiani, isolandosi artificialmente.
- ...

DROGHE ENDOGENE
Il corpo umano, soprattutto nel cervello e in certe ghiandole, produce potenti sostanze chimiche che hanno effetto sull’umore, pensieri e azioni: le endorfine.
Le endorfine sono sostanze stupefacenti che causano molti effetti tipici degli oppiacei, tra cui euforia, stato di benessere e riduzione del dolore.
L’essere umano oltre a queste droghe oppiacee, genera anche i propri stimolanti (adrenalina o noradrenalina) e i propri sedativi (serotonina e GABA), questi ultimi in grado di rallentare la trasmissione nel sistema nervoso centrale (SNC).
Probabilmente siamo anche in grado di produrre i propri psichedelici, come per esempio la D.M.T. (dimetiltriptamina), poiché è stato dimostrato che la ghiandola pineale, secerne ormoni con una struttura molecolare molto simile.
In pratica, non ci facciamo mancare nulla: eccitanti, stimolanti, psichedelici e sedativi!
Adesso, dopo questa certamente incompleta introduzione, osserviamo da vicino le droghe che tutti noi usiamo inconsapevolmente ogni giorno. Droghe che agendo nel cervello possono avere degli effetti dirompenti sul comportamento e sul nostro modo di pensare.

STIMOLANTI
La famiglia degli stimolanti, lo dice il nome stesso: stimolano, fanno sentire più vigili ed energici, eccitano in pratica il SNC.
I nervi comunicano tra loro mediante impulsi elettrochimici. Un impulso è una vera e propria scarica elettrica che si muove velocissima lungo la fibra di un neurone. Tale fibra può terminare in un muscolo, una ghiandola o in un altro neurone, ma c’è sempre un minuscolo spazio tra la fine della fibra nervosa e la cellula seguente.
Per riempire questo spazio, la fibra rilascia piccole quantità di sostanze chimiche (neurotrasmettitori) che influiscono nella cellula che segue.
Alcuni neurotrasmettitori sono forti stimolanti, che inducono le cellule muscolari a contrarsi, le ghiandole a secernere e altri neuroni a rilasciare scariche elettriche.
Il più comune neurotrasmettitore stimolante è la noradrenalina o norepinefrina.
In pratica gli stimolanti agiscono così: fanno rilasciare alle fibre la noradrenalina oppure altri neurotrasmettitori che eccitano il sistema.
Pertanto l’effetto stimolante che percepiamo nel corpo è il semplice risultato dell’energia chimica del corpo che va ad agire nel sistema nervoso. Lo stimolante induce l’organismo a consumare questa energia prima e in maggiore quantità rispetto alla norma. Questo è il motivo per cui dopo l’effetto stimolante (illusorio e apparente), si è molto più stanchi e scarichi di prima e servono altri stimolanti per tirarsi su, in un circolo vizioso perverso e deleterio!

Zucchero Mentre il nostro corredo genetico si è sviluppato in un contesto nutrizionale in cui si consumava (nel Paleolitico) procapite solo 2 kg all’anno sottoforma di miele, siamo passati a 5 kg di zucchero nel 1830 per giungere a 70 kg alla fine del secolo scorso!
Lo zucchero bianco è una sostanza innaturale tra le più tossiche in commercio. Basta sapere che viene prodotto con latte di calce (che provoca la distruzione di tutte le sostanze organiche utili: proteine, enzimi, sali, ecc.), poi trattato con acido solforoso per eliminare il colore scuro, poi subisce altri processi, dove viene filtrato, decolorato, centrifugato, per venire alla fine colorato con blu oltremare e blu idantrene (proveniente dal catrame, quindi cancerogeno).
La polvere bianca che si ottiene è sterile, completamente morta e dentro il nostro corpo per essere assimilata e digerita, sottrae vitamine e minerali (calcio da ossa e denti: osteoporosi e carie) per ricostruire almeno in parte quell’armonia di elementi distrutti dalla raffinazione. Questo processo acidifica il terreno biologico.
Una recente ricerca condotta da Bart Hoebel del Princeton Neuroscience Institute, ha scoperto che lo zucchero crea una vera e propria dipendenza e sintomi di astinenza simili a quelli provocati  da altre droghe.
Nel cervello, quando si assume zucchero, avvengono dei cambiamenti neurochimici che fanno aumentare la dopamina, e questa è la ragione per cui quando si viene privati improvvisamente della dose zuccherina giornaliera, si genera una vera e propria crisi di astinenza.
Prima crea una stimolazione e poi c’è la fase depressiva che crea stati di irritabilità.
Questo è causato  dal rapidissimo assorbimento dello zucchero nel sangue che fa salire la glicemia, e costringe il pancreas a secernere insulina. Tale ormone fa scendere bruscamente la glicemia (malessere, sudorazione, irritabilità, debolezza) con bisogno di mangiare ancora zuccheri per sentirsi meglio.
Ma non finisce qua.
Il biologo tedesco Otto Heinrich Warburg è stato insignito il Premio Nobel per la medicina per aver scoperto che il metabolismo dei tumori maligni dipende in gran parte dal loro consumo di glucosio (forma che assume lo zucchero una volta digerito, metabolizzato).
Ingerendo infatti zucchero o farine raffinate (pasta, pane, biscotti, grissini, ecc.), si alza il tasso di glucosio (aumenta la glicemia) nel sangue e l’organismo libera oltre all’insulina, come abbiamo visto, l’I.G.F. una molecola con proprietà che stimolano la crescita cellulare.
In parole povere lo zucchero è la benzina dei tumori.

Caffè La caffeina è lo stimolante naturale più diffuso e si trova in molte piante.
Il caffè sarebbe stato scoperto dai nomadi etiopi che avevano notato come i propri animali domestici diventavano più vivaci dopo aver mangiato il frutto degli alberi del caffè. Quando provarono a mangiarne i semi, diventarono tutti più briosi, ma alla fine, impararono a ricavare una bevanda dai semi tostati.
All’epoca però il caffè veniva usato solo nelle cerimonie e riti religiosi. Si incontravano una notte alla settimana, bevevano grandi quantità di caffè e rimanevano svegli a pregare e salmodiare.
Il caffè è un forte stimolante: irrita le mucose dello stomaco e vescica (che secernono poi muco per difendersi), procura cattive digestioni gastrointestinali e impedisce una corretta assimilazione dei principi nutrizionali. E’ uno dei principali distruttori di batteri acidofili nell’intestino, con tutte le conseguenze del caso, e nemico numero uno per reni e fegato.
Negli Stati Uniti, dove se ne consumano grandi quantità non è un caso che le marche di antiacidi è pari a quello delle marche del caffè.
Nella nostra società la dipendenza dal caffè è fortissima: molti consumatori non riescono a pensare con chiarezza al mattino e nemmeno andare in bagno senza la dose quotidiana. Soffrono veri e propri sintomi di astinenza se smettono di prenderlo. La reazione di astinenza comincia 24-36 ore dopo l’ultimo caffè, e i sintomi sono mal di testa, nausea, irritabilità, apatia e vomito. Per fortuna i sintomi durano da 36 a 72 ore, ma scompaiono rapidamente.
Johann Sebastian Bach ne era assuefatto, non a caso magnificò la bevanda con la “Cantata del caffè”. Lo scrittore francese Honoré de Balzac, non riusciva a lavorare senza bere una specie di brodaglia densa che gli procurava dolori e crampi allo stomaco.

Thé Il thé non è irritante quanto il caffè ma è sempre un potente stimolante.
Il suo principio attivo si chiama teofillina, e tra gli effetti nell’organismo, quando lo si beve in quantità, vi è nervosismo, agitazione e insonnia.
Essendo un eccitante, vale la stessa cosa appena vista per il caffè.

Cola La cola è un seme o noce dell’albero della cola che contiene caffeina. Il loro gusto è molto amaro, ed è per questo che in commercio la cola viene addizionata di zucchero.
La deleteria combinazione zucchero/caffeina, nelle bibite analcoliche gassate, è particolarmente capace di dare assuefazione e questo i produttori lo sanno molto bene.
I genitori per tanto dovrebbero sapere che tali bibite sono droghe velenose capaci di influire sulla salute fisica e lo stato d’animo.

Guaranà Il guaranà è ricavato dai semi di un arbusto della giungla brasiliana.
Contiene più caffeina del caffè e viene usata per produrre bevande gassate oppure integratori stimolanti.

Mate In Argentina la bibita alla caffeina più diffusa è il Mate, ricavato dalle foglie dell’ilice.  

Cioccolato Una delle più note fonti di caffeina è il cioccolato, anch’esso ricavato dai semi di un albero. Il cioccolato contiene molto grasso ed è così amaro che deve essere mescolato con tanto zucchero per renderlo gradevole al palato.
Oltre alla caffeina, contiene teobromina (alcaloide), sostanza affine e con effetti eccitanti analoghi. Vale lo stesso discorso per il caffè con l’aggravante che il cioccolato ha un altro alcaloide e viene zuccherato.

Tabacco Il tabacco è una delle piante stimolanti più potenti che si conoscano e la nicotina, il suo principio attivo, una delle droghe più tossiche in assoluto.
Un normale sigaro contiene una quantità di nicotina sufficiente a uccidere parecchie persone (il tabacco che brucia ne distrugge gran parte).
La nicotina è talmente forte e pericolosa che l’organismo umano sviluppa rapidamente una certa tolleranza per proteggersi.
Sotto forma di sigarette, il tabacco è una delle droghe che in assoluto provoca più assuefazione: è pari al crack! Sembra incredibile, ma è più difficile liberarsi dell’abitudine di fumare sigarette che smettere di assumere eroina o alcol.
Inalato a fondo, il fumo porta nicotina concentrata ai centri vitale cerebrali in pochi secondi, più velocemente di quanto impieghi l’eroina iniettata. Questo spiega perché fumare provoca un’assuefazione così rapida.
Per tutto il Novecento le autorità incoraggiavano l’uso di questa droga, con il pretesto che favoriva la concentrazione e il rilassamento.
Negli anni Cinquanta non era strano vedere i medici pubblicizzare particolari marche capaci di dare “sollievo alla gola”.
Verso la fine del secolo scorso, la posizione della società cambiò nei riguardi del tabacco.
Oggi, nonostante siano risaputi tutti i pericoli, i governi del mondo, dal commercio di questa droga tremenda ci guadagnano moltissimi miliardi ogni anno, addirittura quello degli Stati Uniti sostiene l’industria del tabacco con fondi pubblici!

Latticini Dentro di noi sono attive delle droghe derivate dall'oppio e l'eroina: le endorfine!
Nel 1979 venne isolata nel latte vaccino una sostanza oppioide: la ß caseomorfina prodotta dalla lisi della ß-caseina del latte. Successivamente sono state determinate anche altre caseomorfine, tutte peptidi costituiti da sette aminoacidi.
Alcune caseomorfine di origine bovina hanno un'azione analgesica superiore a quella della stessa morfina. Le caseomorfine provenienti dal latte di vacca sono più attive di quelle provenienti dal latte umano. Negli idrolisati del glutine, proteina presente in alcuni cereali, sono presenti le exorfine (o gliadorfine), peptidi con azione simile a quella degli oppioidi.
Si ritiene che le endorfine alimentari possono agire in individui suscettibili direttamente od indirettamente a livello cerebrale causando od incrementando sintomi psichici preesistenti.
E’ noto che i neurotrasmettitori vengono sintetizzati dalle cellule nervose in modo dipendente dalla composizione del sangue e quindi dell' alimentazione. (1)
Il neurotrasmettitore serotonina, deriva dall'aminoacido triptofano (contenuto soprattutto nelle proteine di origine animale).
La conversione del triptofano è la seguente: Triptofano --> 5-idrossitriptofano --> Serotonina --> Melatonina
 
La serotonina è anche il precursore della melatonina, ormone prodotto dall’epifisi con funzioni di regolazione dei ritmi sonno veglia. Un eccesso di melatonina provoca sonnolenza e depressione psico-fisica! Quindi le conseguenze di una dieta ricca di triptofano può indurre depressione negli esseri umani sani. (2) 

Cereali Nell’uomo vi è una insufficiente produzione dell’enzima Dipeptidilpeptidiasi-IV (DPP-IV) che serve a digerire la proteina dei cereali (glutine) e quella dei latticini (caseina), per cui si formano molecole dette exorfine, che se assorbite dalla mucosa intestinale hanno un effetto endorfino simile.
L’enzima DPP-IV degrada solo alcuni peptidi e viene neutralizzato da metalli pesanti come il mercurio, organofosfati, cadmio, fluoro (dentifrici e acqua), piombo e zinco.
Questa carenza enzimatica porta all’incompleta digestione delle proteine (Caseina, Glutine) con formazione di “peptidi anomali” che producono:
-      Nel sangue una risposta anormale del sistema immunitario. Questi peptidi però sono molto simili alla mucosa dell’intestino, per cui scatenano malattie autoimmuni.
-      Attraversando la mucosa vanno ad occupare i siti recettoriali propri delle endorfine. La loro sequenza aminoacidica (gluteomorfina e caseomorfina) è simile a quella degli oppiacei e possono aumentare la soglia del dolore, alterare comportamento e percezione
I cereali appartengono alla famiglia delle Graminacee e sono: Riso, Mais, Miglio, Grano, Orzo, Segale, Spelta, Kamut, Avena, Farro e Triticale.
I cereali con glutine un po' meno colloso: Farro, Kamut, Grano duro antico (tipo Senatore Cappelli).
I cereali totalmente privi di glutine sono: Riso, Mais, Miglio. Altre fonti di carboidrati privi di glutine: Tapioca, Grano Saraceno, Quinoa, Amaranto, Dattero.
In grassetto i cereali e/o carboidrati da preferire.

SEDATIVI
A differenza degli stimolanti, i sedativi sono sostanze che abbassano il livello di energia del sistema nervoso, riducendo la sensibilità alla stimolazione esterna e a dosi elevate inducono il sonno

Alcol L’alcol è la sostanza psicotropa più diffusa al mondo e utilizzata ogni giorno da milioni di persone. Forse è anche la più antica droga nota all’essere umano.
Una volta entrato nell’organismo, l’alcol viene assorbito con grande rapidità dall’apparato digerente, entra nel flusso sanguigno e raggiunge il cervello, dove influenza stati d’animo e comportamenti. L’organismo deve lavorare duramente per eliminare l’alcol: ne brucia una parte come combustibile (fegato) e ne espelle una immutata sotto forma di respiro (polmoni) e urine (reni). Quindi i principali organi emuntori del corpo vengono sfibrati per espellere l’alcol, ma quello che ne risente di più è il fegato che a lungo andare diventa sempre più gonfio e pieno di grasso (steatosi), perdendo molte delle sue funzioni metaboliche importantissime.
Il senso di calore prodotto dall’alcol è ingannevole: è dovuto all’aumento del flusso sanguigno verso la pelle e questo permette al calore di disperdersi nell’aria, raffreddando pericolosamente il corpo.
L’alcol, tra le altre cose, è un fortissimo diuretico: aumenta la quantità di urina, e questo è un segnale inequivocabile che si stanno sforzando le reni per espellere il veleno, facendo perdere acqua al corpo e sfibrando tali organi fondamentali. Grandi bevute possono provocare forti disidratazioni dei tessuti.
Fuori da ogni discussione che l’alcol sia la più tossica delle droghe esaminate, pur tuttavia, è la nostra stessa società ad aver fatto dell’alcol la propria droga di prima scelta, grazie anche al fatto che i governi, come nel caso del tabacco, ci guadagnano cifre spropositate.
Nessuno ha interesse ad educare le persone del pericolo di questi veleni tossici e pericolosi.

DELIRANTI
Il delirio è uno stato di disturbo mentale caratterizzato da confusione e disorientamento. Dosi eccessive della maggior parte delle sostanze psicotrope danno luogo a delirio in quanto tossiche per il cervello.

Solanacee La famiglia delle piante solanacee comprende alcuni prodotti naturali molto diffusi: pomodori, peperoni, peperoncini, melanzane e patate. Ne fanno parte anche piante tossiche come il tabacco, e alcune piante magico-velenose come il giusquiamo, mandragola, stramonio e belladonna.
Le solanacee hanno un aspetto spaventoso: sono piante rigogliose, pelose con odori strani e fiori molto singolari.
Tutte le parti di queste piante contengono scopolamina, una droga che provoca delirio e che è fortemente velenosa. La concentrazione più alta è nei semi, mentre le radici ne hanno meno, per cui sono le più sicure da consumare. Comunque sia, radici, semi, foglie e fiori possono essere mangiati, fumati, messi in infusione per ricavarne delle tisane allucinogene.
Gli effetti mentali indotti sono: irrequietezza, disorientamento e delirio, comprese allucinazioni anche intense e vivide.
La capacità della scopolamina di scollegare, chi le assume, dalla realtà ordinaria, spiega la loro diffusione in alcuni ambienti poco raccomandabili…
La farmacologia utilizza ancora oggi la scopolamina come farmaco: è venduta come sonnifero da banco o sottoforma di compresse per il raffreddore e allergie, per asciugare il naso che cola.
Attenzione con questo non si vuole affermare che è pericoloso mangiare patate o pomodori o melanzane! Questi frutti della terra, se mangiati nelle corrette combinazioni e sequenze apportano principi nutrizionali importanti. Le patate, in particolar modo (gli amidi più veloci da digerire), andrebbero cotte al forno con la buccia e mangiate da sole assieme a verdure crude. Si sconsiglia il loro abbinamento con cereali e/o proteine animali!

Noce moscata La noce moscata è il seme, ricoperto da un involucro esterno detto macis, di una pianta tropicale. Contiene una droga detta miristicina che nell’organismo può essere trasformata in uno degli allucinogeni analoghi alle anfetamine.
Sia la noce moscata sia il macis, sono infatti utilizzati da tempo come sostanze psicotrope.

FARMACI DA BANCO
Dopo aver elencato le sostanze chimiche naturali, contenute in alcuni alimenti e/o piante, che vanno ad interagire con il SNC, è doveroso aggiungere un capitolo sui farmaci da banco.
Moltissimi prodotti in vendita, considerati innocui anche dagli stessi medici prescriventi, e usati da milioni di persone ogni giorno per svariati problemi di salute, interagiscono pericolosamente con il nostro SNC. Sono informazioni utili da sapere, per evitare gratuiti squilibri mentali, soprattutto nel caso di bambini.

Antistaminici Le allergie sono in costante aumento nella nostra società e non a caso gli antistaminici sono tra i farmaci più consumati in assoluto.
Quello che però c’interessa è che stranamente il nostro SNC è molto sensibile a questi farmaci.
Alcune reazioni allergiche sono mediate da una sostanza endogena, cioè prodotta dal corpo, ce si chiama istamina.
I farmaci, nel tentativo di eliminare i sintomi delle allergie, bloccano l’azione della istamina, cioè bloccano il lavoro importante che sta compiendo la Natura. Ecco perché con gli antistaminici non si curerà mai nessuna allergia!
In compenso, gli antistaminici provocano delle profonde alterazioni dello stato d’animo, rendono depressi, acidi, apatici e incapaci di ragionare in modo chiaro. Offuscano il pensiero.
Sono sostanze psicotrope!
Questo è il motivo per cui alcuni antistaminici, come per esempio la Piribenzamina, vengono utilizzati da tossicodipendenti per sballarsi.
Viene venduto anche il Nopron, detto “sciroppo della mamma manager”, e dato da pediatri inconsapevoli per far dormire bambini piccolissimi.
L’uso di questa droga (ipnotico) è molto diffusa nei bambini piccoli che piangono di notte e/o che piangono dopo, per esempio, la poppata di latte vaccino. Il latte vaccino è una delle sostanze più intolleranti che esistano, e i piccini, spesso e volentieri, piangono proprio per l’azione tossica che ha a livello intestinale.
Noi adulti cosa facciamo? Li droghiamo con un ipnotico, con tutti le conseguenze e i danni che possiamo solo lontanamente immaginare.

Cortisonici, corticosteroidi Le ghiandole surrenali, oltre all’adrenalina scernono dei corticosteroidi (cortisone e affini).
Sono universalmente usati per ridurre le infiammazioni, le reazioni allergiche e le eruzioni cutanee.
Come ogni farmaco, anche i cortisonici, anche a dosi modeste, possono sconvolgere in modo drastico l’equilibrio chimico dell’organismo e dare luogo a tossicità, fino al decesso.
Arrestano la produzione da parte del corpo di steroidi naturali, e le conseguenze possono essere: aumento di suscettibilità, stress e infezione.
Questi farmaci, inoltre, possono dar luogo a euforia estrema, simile alla psicosi maniaco-depressiva, e un loro uso prolungato può trasformare tale euforia in profonda depressione.
Gli steroidi possono rendere psicotici alcuni individui e fare venire manie suicide.

Sciroppi per la tosse Alcuni sciroppi per la tosse non contengono alcuna sostanza psicotropa, altri invece noti sedativi come alcol e cloroformio, stimolanti come pseudoefedrina, antistaminici o derivati oppiacei.
Il principale sedativo da banco per la tosse contiene destrometorfano, un parente della codeina che calma il nucleo della tosse, senza andare a curare l’origine della stessa.
I consumatori drogati, ne assumono grandi quantità per ottenere uno stato da zombie chiamato dexing o robotripping.

Broncodilatatori Sono farmaci che aprono le vie aeree nell’apparato respiratorio e agiscono stimolando il sistema nervoso simpatico, che regola le pareti muscolari dei tubi bronchiali. La conseguenza, oltre all’effetto voluto, è che provocano eccitazione, irrequietezza, ansia e insonnia.
Creano molta dipendenza, quando l’effetto di una dose svanisce, la costrizione bronchiale aumenta rendendo necessarie altre dosi, e via così in un circolo deleterio.
Uno dei farmaci più ampiamente prescritto, la teofillina, viene tenuto sotto attento esame come possibile causa di comportamenti violenti e singolari. La teofillina è il principio attivo del thé ed è un parente stretto della caffeina.

Decongestionali nasali Uno degli effetti degli stimolanti è quello di contrarre i vasi sanguigni nel naso e nei seni. Tale costrizione restringe i tessuti, consentendo all’aria di passare meglio.
Tale effetto è ovviamente momentaneo, e quando svanisce viene seguito da una reazione opposta detta “rimbalzo”, nella quale i seni sono più chiusi di prima. Il meccanismo di forte dipendenza dipende dalla natura temporanea del sollievo che danno, se si continua ad usarli per far fronte al “ribalzo” che segue alla dose iniziale, in breve non si riuscirà più a respirare senza.
Nel mercato sono disponibili forme decongestionanti orali contenenti la pseudoefedrina, parente stretto della efedrina stimolante.

LEGGI DELLA VITA
Esistono alcune leggi immutabili in Natura che scandiscono la nostra esistenza.
Nel nostro caso due sono le Leggi che interessano.
La “Legge della Forza”, afferma che tutta “la Forza usata, e quindi consumata, in ogni azione vitale o medica, è la Forza Vitale, e cioè, quella che proviene dall’interno dell’organismo e non dall’esterno”.
La “Legge del Doppio Effetto”, afferma invece che “l’effetto secondario sull’organismo vivente di qualsiasi atto, abitudine, indulgenza o agente, è l’esatto contrario del primo effetto”.
Cosa significano queste fondamentali Leggi?
Da una parte si stabilisce che è la Forza Vitale organica ad agire e produrre l’Azione, dall’altra che l’effetto secondario di ogni sostanza è contrario al primo.
Quindi quando assumiamo sostanze tossiche-velenose come caffè, thè, cioccolata, zucchero o altre droghe come fumo o farmaci, l’effetto immediato è l’eccitazione del sistema.
Questa eccitazione però non è dovuta alla droga in sé (caffeina, nicotina, teofillina, teobromina, ecc.), ma all’Energia o Forza Vitale che viene sequestrata dal corpo per espellere la tossina velenosa.
Dopodiché si manifesta l’effetto secondario che è esattamente contrario: tutto il sistema prima eccitato, energico, si svuota e scarica.
A lungo andare, questo assurdo modus vivendi antinaturale, debilita fisicamente e psichicamente l’uomo di energia vitale.

Siamo drogati e non lo sappiamo
All’appello mancano moltissime altre sostanze con effetti diretti sul SNC, ma certamente il materiale trattato è sufficiente per affermare che oggi una persona “normale”, con uno stile di vita “normale”, è un drogato!
Ricordiamo che l’abuso di droga non è il consumo di una sostanza non accettata o illegale: drogarsi significa assumere qualunque sostanza che danneggia la salute fisica e/o mentale.
Far crescere bambini con alimenti putrefattivi come le proteine animali, alimenti mortiferi come bevande gassate e alcoliche (eccito-deprimenti), zuccheri e cereali raffinati (eccito-deprimenti), caffè, thé (eccito-deprimenti), significa sviluppare adulti corrotti, drogati, dipendenti e soprattutto privi di energia vitale. Quindi predisposti alle malattie e al controllo mentale!
Tutto questo ovviamente fa comodo al Sistema, a cui non dispiace aver a che fare con persone non libere e manipolabili.
Quindi non dobbiamo scandalizzarci se oggi i giovani abusano di alcol o altre sostanze deleterie per il corpo e la mente: noi adulti li abbiamo svezzati e fatti crescere con droghe non meno tossiche e pericolose per la salute!

27 febbraio 2011

Conosciamo meglio le sostanze contenute negli Energy Drink.

Conosciamo meglio le sostanze contenute negli Energy Drink.

Sapete cosa sono gli Energy Drink? Sono quelle bevande analcoliche che si dichiarano in grado di fornire una maggior quantità di energia rispetto ai softdrink tradizionali. L’ energia è fornita da varie sostanze energetiche che dovrebbero consentire di affrontare prestazioni che a forte dispendio energetico, contenendo, in tal modo, i conseguenti stati d’affaticamento fisico e mentale.
Parliamo di bibite, generalmente carbonate, che, oltre all’ACQUA (che ne rappresenta la componente predominante), contengono sostanze stimolanti, antiossidanti e tonificanti, associate anche a VITAMINE e sali MINERALI, ZUCCHERI e aromi o succhi. Alle classiche sostanze come guaranà, taurina e caffeina, se ne sono aggiunte altre dai nomi esotici (spesso già usate in altri settori alimentari o nella cosmetica): tè verde, yerba maté, ginkgo biloba, schizandra, açaí, zenzero (ginger). Le bevande energizzanti che sfruttano molti di questi ingredienti stanno invadendo anche altri settori, come quelli delle bibite carbonate, del tè freddo e degli smoothies.
In un interessante articolo sugli ingredienti degli energy drink, pubblicato da un blog del nostro network, Ginger&Tomato, sono stati recuperati gli ingredienti presi dalle etichette delle lattine, per leggere con attenzione le sostanze contenute. In seguito è stata aggiunta la descrizione dettagliata dei nomi più oscuri, lasciando volentieri ai lettori la libertà o meno di assumere queste sostanze consapevoli del rischio, vero o presunto, che comportano.

Leo sprint
Ingredienti: Acqua, Zucchero, Acidificante: Acido Citrico, Taurina, (0.4%), Destrosio, Guaranà estratto (0,32%), Aromi, Glucoronolattone (0,24%), inositolo, nicotinamide, Ginseng estratto (0,01%), Calcio D-pantotenato, Piridossina HCI (Vit. B6)
Coloranti: betacarotene, cianocobalamina (Vit. B12)


Burn
Ingredienti: Acqua, zucchero, acidificante acido citrico, anidride carbonica, glucoronolattone (0,1%), taurina (0,06%), correttore di acidità citrato trisodico, aromi, conservanti sorbato di potassio e benzoato di sodio, caffeina (0,03%), inositolo (0,012%), estratto di guaranà, antiossidante acido ascorbico.
Coloranti: E129


Red Bull
Ingredienti Acqua, Saccarosio, Glucosio, Citrati di sodio acidificante, Anidride Carbonica, Taurina (0,4%), Glucoronolattone (0,24%), Caffeina (0,03%), Inositolo, Vitamine (Niacina, Acido Pantotenico, B6, B12), Aromi
Coloranti: Caramello, Riboflavina



Tiger shot
Ingredienti: Acqua, zucchero, anidride carbonica, acidificante acido citrico, citrato di sodio, glucosio, caffeina, glucoronolattone, taurina, estratto di gingseng, vitamine (vitamine B6, vitamina B12, niacina, acido pantotenato), aromi Coloranti: E102 – E129.



Atomic
Ingredienti: Acqua, Zucchero, Acidificante: Acido Citrico, Caffeina (0,03%), Taurina (0.4%), Destrosio, Aromi, Glucuronolactone (0,24%), nicotinamide, Calcio D-pantotenato, Piridossina HCI (Vit. B6)
Coloranti: caramello, cianocobalamina


Come osservato in precedenza, l’ingrediente principale è l’acqua seguita da zucchero o saccarosio, alcuni prodotti contengono vitamine, quasi tutti contengono coloranti (alcuni di origine naturale, come la Red Bull, altri no) o aromi e conservanti.

Alcune bevande contengono taurina che è classificata come aminoacido, ma si differenzia da quest’ultimo nella struttura chimica.
L’organismo umano non è in grado di sintetizzarla e deve assumerla con gli alimenti. E’ contenuta nella carne, nel pesce e nelle uova. Ha il compito di favorire il trasporto del glucosio e di alcuni aminoacidi, regolarizzando i battiti cardiaci e migliorando la contrattilità muscolare.
Questo spiega l’attenuazione del senso di fatica che la taurina promuove. Altra importantissima proprietà della taurina è la sua capacità, tramite complesse reazioni biochimiche, di esplicare una potente azione detossificante delle sostanze metaboliche di scarto accumulate durante allenamenti e sforzi intensi.
E’ inoltre un rilassante del sistema nervoso e un ottimo antiossidante.

Caffeina
Quasi tutti gli energy drink hanno un contenuto di caffeina alto. Alcuni studi hanno rilevato livelli di caffeina superiori a quelli raccomandato dal FDA statunitense. La caffeina è il più noto dei componenti del chicco di caffè, il cui nome chimico è 1,3,7 – trimetilxantina.
Appartiene alla famiglia degli alcaloidi purinici come la teofillina (contenuta nel tè) e la teobromina (nel cacao). La caffeina è una sostanza dal sapore amaro ma la sua caratteristica più importante è la sua attività farmacologica. Isolata dal chimico tedesco Ferdinand Runge nel 1820, la caffeina ha, a dosi elevate (non certo a quelle di una tazzina di caffè), proprietà antidolorifiche.
La vita della caffeina nel nostro organismo è breve e non vi è pericolo di accumulo. Viene infatti assorbita a livello gastrointestinale e raggiunge, dopo circa 30 minuti, la sua massima concentrazione nel sangue quindi diminuisce gradatamente scomparendo dopo poche ore.

Il ginseng è una pianta originaria dei Paesi orientali (Cina e Corea) le cui radici contengono una miscela di elementi che agiscono sul sistema neuroendocrino e neuromuscolare, da cui ne deriva la definizione di tonico-adattogeno.
In altre parole, il ginseng migliora la capacità psicofisica di adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente esterno. Modificando alcuni neurotrasmettitori centrali, il ginseng aumenta la capacità di rispondere a situazioni di stress. Alcune bevande in commercio contengono ginseng. Il ginseng ha la proprietà di aiutare l’organismo ad adattarsi alle condizioni di stress.
E’ nota la sua capacità di migliorare la resistenza fisica e l’energia. Il ginseng coreano o cinese è un potente tonico energetico più forte della varietà americana, pertanto la sua assunzione richiede cautela.
E’ controindicato in gravidanza, ipertensione, disturbi del comportamento e nell’assunzione concomitante con farmaci steroidei e anticoagulanti.

Il glucuronolactone (o glucoronolattone) è uno dei principali componenti delle bevande energetiche.
Nell’organismo, si forma naturalmente, a partire dal glucosio, nel fegato e regola la formazione del glicogene. Il suo precursore immediato è l’acido glucuronico.
Interviene nel processo di detossicazione del fegato tramite la glucuronizzazione. Studi sull’uomo indicano che se il glucuronlactone se somministrato per via orale, viene rapidamente assorbito, metabolizzato ed escreto, principalmente sotto forma di acido glucarico.
La glucuronizzazione attiva l’escrezione della bilirubina, un metabolita endogeno che elimina le tossine.
Nel corso di questa reazione, la bilirubina entra in reazione enzimatica con un derivato del glucosio per essere in seguito eliminata nell’urina.
Il glucuronolactone ha riscosso a livello commerciale un fantastico successo soprattutto come ingrediente principale in alcune bevande energetiche, a causa della sua dimostrata capacità stimolatrice sull’umore, sulla memoria e la concentrazione. E’ anche un precursore della taurina, sempre un aminoacido stimolante sulla capacità di relazionarsi con gli altri e della concentrazione mentale.
L’inositolo è un fattore vitaminico del complesso della vitamina B2, che in caso di carenza determina caduta dei capelli, dermatiti, iposviluppo. Sue fonti naturali sono i cereali integrali non trattati, gli agrumi, il lievito di birra. E’ capace di produrre effetti stimolanti sia a livello motorio che nervoso centrale.
Nell’organismo umano contribuisce al metabolismo dei grassi come fonte energetica e all’equilibrio del colesterolo nel sangue.
L’inositolo è un composto organico che entra nella composizione dei fosfolipidi di membrana e con ruolo biologico legato alla crescita. Si usa nella terapia della distrofia muscolare e nelle epatopatie.

Il guaranà è una pianta nativa dell’Amazzonia, che contiene caffeina. La caffeina del guaranà viene assorbita lentamente e in modo graduale dall’organismo; i suoi effetti, dunque, sono più duraturi e prolungati di quelli prodotti dalla caffeina contenuta nel caffè.
Per la presenza di caffeina il guaranà viene indicato per stimolare il sistema nervoso centrale migliorando la concentrazione, l’energia e l’attenzione.
Tali azioni sarebbero da ricondursi ad una specifica azione dilatatrice dei vasi cerebrali dovuta ad un maggiore afflusso di sangue a livello cerebrale.
La niacina, conosciuta anche come vitamina PP o B3 è stata identificata come acido nicotinico nel 1937, durante degli studi sulla fermentazione alcolica.
Col termine niacina si comprendono l’acido piridil-β-carbossilico (acido nicotinico) e i suoi derivati che presentano l’attività biologica della nicotinamide. L’utilizzo di niacina a dosi elevate per tempi lunghi può provocare effetti collaterali quali arrossamento, orticaria, nausea, vomito e talvolta danni epatici (2÷6 g/die).
Dosi di 1 g/die possono provocare danni intestinali e negli animali da esperimento fosfaturia dovuta a un aumento della concentrazione di NAD nella corteccia renale e dell’attività degli enzimi microsomiali epatici. La niacina si trova in numerosi alimenti, tuttavia buoni apportatori sono: i cereali, soprattutto poco raffinati, le leguminose secche, le carni, le uova, i prodotti della pesca e le frattaglie.

25 febbraio 2011

Come i produttori alimentari prendono in giro i consumatori con ingannevoli elenchi di ingredienti?

 Come i produttori alimentari prendono in giro i consumatori con ingannevoli elenchi di ingredienti?

Il mito: L’elenco degli ingredienti nei prodotti alimentari è studiato per informare i consumatori circa il contenuto del prodotto stesso.
La realtà: l’elenco degli ingredienti è usato dai produttori alimentari per imbrogliare i consumatori sul fatto che siano più sani di quello che in verità sono.
Questo articolo esplora i più comuni trucchi usati dalla aziende alimentari per ingannare i consumatori. L’articolo contiene anche utili informazioni per aiutare i consumatori a leggere le etichette dei prodotti con il giusto scetticismo. 

Ingannare i consumatori: trucchi del commercio alimentare
Se la Scheda Nutrizionale Informativa presente nella confezione del prodotto alimentare elenca tutte le sostanze contenute nel prodotto, come possono ingannare i consumatori? Ecco alcuni dei modi più comuni:
Uno dei trucchi più comuni è quello di distribuire gli zuccheri presenti tra molti ingredienti così che le quantità di zuccheri non compaiono nei primi tre dell’elenco. Per esempio un’azienda può usare una combinazione di saccarosio, fruttosio, sciroppo di cereali, sciroppo di grano, zucchero di canna non raffinato, destrosio e altri zuccheri per essere sicura che nessuno di essi sia presente in quantità sufficiente da arrivare nelle prime posizioni dell’elenco degli ingredienti (ricordate che gli ingredienti sono elencati in ordine di proporzione nel prodotto, con i più presenti elencati per primi).
Questo inganna i consumatori sul fatto che il prodotto non è fatto in realtà principalmente da zucchero mentre i principali ingredienti potrebbero essere differenti tipologie di zucchero. E’ un modo per spostare artificialmente lo zucchero più giù nella lista degli ingredienti, non informando sul contenuto reale di zucchero presente nell’intero prodotto.
Un altro trucco consiste nel gonfiare l’elenco con minuscole quantità di ridondanti ingredienti. Si può vederlo nei prodotti per la cura personale e nello shiampo, dove le aziende dichiarano di fornire shampoo alle erbe che in realtà hanno un contenuto di erbe quasi inesistente. Nei prodotti alimentari le aziende gonfiano la lista degli ingredienti con “salutari” bacche, erbe o super-cibi che, molto spesso, sono presenti solo in minuscole quantità. La presenza alla fine dell’elenco degli ingredienti della “spirulina” è praticamente insignificante. Non c’è abbastanza sbirulina in quel prodotto che possa produrre reali effetti sulla vostra salute. Questo trucco è chiamato “etichetta imbottita” ed è comunemente usato dai produttori di “junk-food” (cibo spazzatura) che vogliono saltare sul carro dei prodotti biologici senza in realtà produrre cibi salutari.

Nascondere ingredienti dannosi
Un terzo trucco consiste nel nascondere ingredienti dannosi dietro nomi dal suono innocente, che fanno credere al consumatore che siano sani. L’estremamente cancerogeno nitrito di sodio (conservante E250), per esempio, suona perfettamente innocente, ma è ben documentato che è causa di tumori al cervello, cancro al pancreas, cancro al colon e molti altri tipi di cancro.
Carminio suona come un innocente colorante per alimenti, ma in realtà è fatto con le carcasse frantumate di scarafaggi rossi della cocciniglia. Naturalmente, nessuno mangerebbe yogurt alle fragole se sulla etichetta ci fosse indicato “colorante rosso per alimenti a base di insetti”.
Allo stesso modo, estratto di lievito suona come un ingrediente salutare, ma in realtà è un trucco usato per nascondere il glutammato monosodico (MSG, un esaltatore chimico di sapore, per dare gusto ai cibi eccessivamente elaborati) senza avere l’obbligo di indicarlo nell’etichetta. Molti ingredienti contengono glutammato monosodico nascosto e io ho scritto parecchio su questo nel sito. Praticamente tutti gli ingredienti idrolizzati contengono alcune quantità di glutammato monosodico nascosto.

Non essere ingannati dal nome del prodotto
Sapete che il nome del prodotto alimentare non ha nulla a che fare con ciò che c’è dentro?
Aziende alimentari fanno prodotti come “Guacamole Dip” (salsa di avocado) che non contiene avocado! Sono fatti, invece, con olio di soia idrogenata e colorante chimico verde. Ma ingenui consumatori comprano questi prodotti, pensando di prendere salsa di avocado, in realtà stanno comprando colorante verde, squisito dietetico veleno.
I nomi dei cibi possono includere parole che descrivono ingredienti che nel cibo non ci sono per niente. Un cracker al formaggio, per esempio, non deve necessariamente contenere del formaggio. Qualcosa di “cremoso” non deve contenere la crema. Un prodotto alla frutta, non ha bisogno di contenere nemmeno una singola molecola di frutta. Non fatevi ingannare dai nomi dei prodotti stampati sulla confezione. Questi nomi sono ideati per vendere i prodotti, non per descrivere gli ingredienti contenuti in essi.

La lista degli ingredienti non include gli inquinanti
Non c’è la necessità, nell’elenco degli ingredienti, di includere i nomi degli inquinanti chimici, metalli pesanti, bisphenol-A, PCBs (bifenile policlorurato), perclorato o altre sostanze tossiche trovate nei cibi. Come risultato abbiamo che la lista degli ingredienti non elenca quello che in realtà c’è nel cibo, elenca soltanto quello che i produttori vogliono che tu creda che ci sia nel cibo.
Richieste per elencare gli ingredienti nei cibi furono prodotto da uno sforzo congiunto tra il governo e l’industria privata. All’inizio, le aziende alimentari non volevano fosse obbligatorio indicare tutti gli ingredienti. Chiesero che gli ingredienti fossero considerati “proprietà riservata” e che elencarli, svelando così i loro segreti modi di produzione, avrebbe distrutto i loro affari.
E’ un’assurdità, naturalmente, poiché le aziende alimentari volevano soltanto tenere all’oscuro i consumatori su quello che in realtà c’è nei loro prodotti. E’  per questo che non è ancora richiesto di elencare i vari inquinanti chimici, pesticidi, metalli pesanti e altre sostanze che hanno un notevole e diretto impatto sulla salute dei consumatori. (Per anni, le aziende alimentari hanno combattuto duramente contro l’elenco degli acidi grassi, ed è solo dopo una protesta di massa delle associazioni di consumatori che la FDA alla fine ha obbligato le aziende ad includere nell’etichetta gli acidi grassi).

Manipolare la quantità delle porzioni
Le aziende alimentari hanno capito anche come manipolare la porzione del cibo al fine di far apparire i loro prodotti privi di ingredienti nocivi come gli acidi grassi (saturi).
La FDA, ha creato un sotterfugio per riportare gli acidi grassi nell’etichetta: Ogni cibo che contiene 0.5 grammi di acidi grassi o meno per porzione è permesso, sull’etichetta, dichiararlo a contenuto ZERO di acidi grassi. Questa è la logica della FDA dove 0.5=0.
Ma matematica confusa non è il solo trucco giocato dalla FDA per proteggere gli interessi commerciali delle industrie che dichiara di controllare.
Sfruttando questo trucchetto dei 0.5 grammi, le aziende arbitrariamente riducono le porzioni dei loro cibi e livelli ridicoli – giusto per tenere gli acidi grassi sotto i 0.5 grammi per porzione. Così loro dichiarano in grande sulla confezione “ZERO Acidi Grassi”. In realtà, il prodotto può essere pieno di acidi grassi (trovati in oli idrogenati), ma la porzione è stata ridotta ad un peso che può essere appropriato solo per nutrire uno scoiattolo, non un essere umano.
La prossima volta che voi prendete un prodotto da drogheria, controllate il “Numero di porzioni” indicato sulla Scheda Nutrizionale Informativa. Troverete probabilmente dei numeri talmente alti che non hanno nulla a che fare con la realtà. Un produttore di biscotti, per esempio, può dichiarare che un biscotto è un’intera “porzione” di biscotti. Ma voi conoscete qualcuno che, in realtà, mangia solo un biscotto? Se un biscotto contiene 0.5 grammi di acidi grassi, il produttore può dichiarare che l’intero pacco di biscotti è “SENZA Acidi Grassi”. In realtà, il pacco può contenere 30 biscotti, ognuno con 0.5 grammi di acidi grassi, che porta a 15 grammi totali per l’intero pacco (ma presuppone che la gente possa in realtà fare la somma che è naturalmente più difficoltosa per il fatto che gli oli idrogenati nuocciono al cervello. Ma credetemi: 30 biscotti x 0.5 grammi per biscotto in realtà fa un totale di 15 grammi).
Tu prendi un pacco di biscotti che contiene 15 grammi di acidi grassi saturi (che è una dose enorme di veleno dietetico) mentre loro dichiarano grammi ZERO.
Questo è solo un altro esempio di come le aziende alimentari usano la Scheda Nutrizionale Informativa e l’elenco degli ingredienti per ingannare e non per informare i consumatori.
Ecco alcune ulteriori dritte per decifrare con successo gli ingredienti delle etichette:

Consigli per leggere gli ingredienti delle tabelle 
1)     Ricordare che gli ingredienti sono elencati in ordine della loro proporzione nel prodotto. Questo significa che i primi 3 ingredienti contano molto di più di qualsiasi altro. I primi 3 ingredienti sono quello che tu principalmente stai mangiando.

2)     Se l’elenco degli ingredienti contiene lunghe parole apparentemente chimiche, che tu non riesci nemmeno a pronunciare, evita l’articolo. Probabilmente contiene vari chimici tossici. Perché vuoi mangiarli? Introduci ingredienti che conosci.
 
3)     Non farti ingannare da fantastici nomi di erbe o altri ingredienti che appaiono molto giù nella lista. Alcuni produttori di alimenti che includono “goji bacche” (bacche di Lycium) verso la fine dell’elenco le usano solo come trovata pubblicitaria da apporre sull’etichetta. La reale quantità di goji bacche (bacche di Lycium) nel prodotto è probabilmente minuscola.
 
4)     Ricorda che l’elenco degli ingredienti non deve elencare inquinanti chimici. I cibi possono essere contaminati con pesticidi, solventi, acrilamidi, PFOA (Acido di Perfluorooctanoic), perclorati (combustibili per razzi) e altri tossici chimici senza l’obbligo di elencarli. Il miglior modo di limitare l’ingestione di tossici chimici è comprare biologico, o cibi freschi poco trattati.
 
5)     Cercare parole come “germogliato” o “naturale” che indica cibi di alta qualità. Chicchi e semi germogliati e sono più sani di quelli non germogliati. Ingredienti naturali sono generalmente più sani di quelli trattati o cotti. I chicchi interi sono più sani di quelli arricchiti.
 
6)     Non fatevi ingannare dalla parola “grano” quando deriva da farina. Tutta la farina derivata dal grano può essere chiamata “farina di grano”, anche se è stata trattata, sbiancata e privata dei suoi nutrimenti. Solo la farina di grano “chicco intero” è il tipo di farina sano. (Molti consumatori, sbagliando, credono che prodotti di “farina di grano” derivino dal chicco intero. Infatti questo è falso. I produttori alimentari ingannano i consumatori con questo trucchetto.
 
7)     Non fatevi ingannare nel credere che i prodotti integrali siano più sani dei prodotti naturali. Lo zucchero bruno è solo una trovata pubblicitaria – è zucchero bianco con colorante marrone e aroma aggiunto. Le uova integrali non sono diverse da quelle bianche (eccetto per il fatto che i loro gusci appaiono bruni). Il pane integrale può non essere più sano del pane bianco, a meno che non sia fatto con chicchi di grano interi. Non fatevi ingannare dai cibi “integrali”. Sono delle trovate pubblicitarie dei giganti della produzione alimentare per ingannare i consumatori nel pagare di più per i prodotti fabbricati da loro.
 
8)    Attenzione all'inganno delle piccole porzioni. I produttori alimentari usano questo trucco per ridurre il numero di calorie, grammi di zucchero o grammi di acidi grassi che i consumatori credono siano contenuti nei prodotti. Molte porzioni sono arbitrarie e non hanno un fondamento reale.
 
9)     Vuoi sapere realmente come acquistare i cibi? Scarica la nostra guida "Honest Food Guide", un onesto rapporto sul cibo che è stato scaricato da oltre 800.000 persone. E’ in sostituzione dell’assai corrotto e manipolato Food Guide Pyramid della USDA (United States Department of Agricolture), che è poco più di un documento di marketing a favore delle fattorie industriali e delle grandi corporazioni dell’alimentare. L’Honest Food Guide è un rapporto nutrizionale indipendente che rivela esattamente cosa mangiare e cosa evitare per migliorare la propria salute.

24 febbraio 2011

La Coca Cola mette la foglia in bottiglia

La Coca Cola mette la foglia in bottiglia

La Commissione nazionale per lo sviluppo e la vita senza droghe del Perù sostiene che Coca Cola compra migliaia di tonnellate di foglie di coca in Perù e Bolivia.
Questa volta non si tratta dei cocaleros peruviani. Si tratta invece dello zar antidroga del Perù, Nils Ericsson, presidente della Commissione nazionale per lo sviluppo e la vita senza droghe [Devida]. Quest'uomo, che giura che il narcotraffico è “il braccio finanziario del terrorismo” parla spesso a vanvera, ma ogni tanto dice qualcosa d'interessante. Come per esempio quando conferma che la Coca Cola compra foglie di coca in Perù e Bolivia. La storia merita un po' di approfondimento.
Fra le altre cose, Ericsson sostiene di non sapere quanti ettari siano coltivati a coca in Perù e quanti ne siano stati eradicati, ma ultimamente ha deciso di scontrarsi con alcune aziende che producono bevande, e perfino con l'Empresa nacional de coca [Enaco] peruviana, sulla questione dell'industrializzazione della foglia millenaria. Prima si è detto contrario all'industrializzazione, poi ha detto “forse”, e infine ha detto «sì». In meno di due mesi, si è contraddetto diverse volte, fino ad arrivare al punto di dover fare un comunicato ufficiale sul sito web di Devida per negare appunto di essere contrario allo sfruttamento industriale della coca.
Per contraddire questa affermazione, basta ricordare che da poco più di un anno sono comparse in Perù due nuove marche di bevande, Vortex coca energy drink e K-Drink. Sono prodotte da aziende peruviane, sconosciute sia in Perù che altrove, e sono entrambe a base di coca. Tutto legale. A maggio del 2004 è intervenuto l'International narcotics control board [ufficio internazionale di controllo sugli stupefacenti], che ha stabilito che le suddette bevande contenevano alcaloidi. Non è stato chiarito quali [la coca ha ben 16 differenti alcaloidi], ma poiché questa è l'istituzione incaricata di far rispettare la Convenzione di Vienna sugli stupefacenti, siglata nel 1961, Ericsson e Devida hanno cominciato a preoccuparsi.

Eliminare la concorrenza
In effetti, le bevande peruviane contenevano alcaloidi, perciò tanto la Vortex come la K-Drink hanno “ripulito” le proprie formule per eliminarli. Stranamente però Ericsson ne ha deciso ugualmente la sospensione delle vendite. Un fatto piuttosto singolare, visto che era stato proprio lui a negoziare la licenza di una delle due aziende.
Secondo Ricardo Vega Llona, predecessore di Ericsson al comando di Devida, “tutto sembra molto strano e poco ragionevole, a meno che non ci sia dietro una pressione politica, qualcosa del tipo “andiamo a cercare tutto ciò che ha a che fare con la coca e cancelliamolo”. Clara Cogorno, amministratrice delegata della Amadeus corporation, produttrice di Vortex, aggiunge: «Se spariscono le imprese che lavorano legalmente la foglia di coca, i cocaleros non avranno a chi appoggiarsi per evitare la distruzione delle loro coltivazioni». Oltre che essere d'accordo con Vega, Cogorno ha aggiunto che si tratta di un pretesto per far rispettare la politica antidroga degli Stati uniti. La disputa sulle bevande potrebbe arrivare in tribunale, perché le due aziende non hanno alcuna intenzione di mollare.
Il 10 dicembre Ericsson ha pubblicato un editoriale sul quotidiano El Comercio con un titolo suggestivo: “Teorie e bugie sulla foglia di coca”. Nel testo utilizza le parole coca e cocaina come sinonimi, poi afferma che nessun paese comprerebbe prodotti contenenti cocaina”, e che dunque «nessuna industria simile risulterebbe sostenibile e con un futuro economico». «Per l'elaborazione di altri prodotti”, aggiunge, «oltre alla questione della qualità, c'è il fatto che la foglia di coca costa immensamente cara». Probabilmente Ericsson si riferiva al fatto che, con l'aumento delle eradicazioni della coca, il prezzo è salito enormemente. Ma evidentemente il signor Ericsson non conosce le regole della domanda e dell'offerta [se la produzione aumenta, il prezzo cala] oppure, come dicevano Vega e Cogorno, c'è dell'altro?
Il 26 gennaio del 2005 dovrebbe essere una data da ricordare. Quel giorno, infatti, la Devida ha lanciato un comunicato in dieci punti per chiarire la posizione ufficiale sulla questione dello sfruttamento industriale della coca. Al punto 5, nel paragrafo finale, si dice: «La Coca Cola, azienda riconosciuta a livello mondiale per la produzione di bevande gassate, compra dal Perù 115 mila tonnellate di foglia di coca ogni anno e dalla Bolivia 105 mila tonnellate, con le quali produce, senza alcaloidi, 500 milioni di bottiglie al giorno» Avete letto bene. La Coca Cola compra foglie di coca, lo dice il governo peruviano. E questo giochetto le ha fruttato 13 miliardi di dollari di ricavi lordi nello scorso anno. Eppure, nel dicembre del 2002 la rappresentante messicana della multinazionale, Adriana Valladares, aveva detto che “Coca Cola non compra foglie di coca”.

«Non usiamo foglie di coca»
E il 17 dicembre 2002 la portavoce della Coca Cola, Karyn Dest, consultata dal quotidiano messicano El Universal, diceva che «l'impresa non usa cocaina, non è mai stata parte dei nostri ingredienti». Cocaina no, ma foglie di coca sì, secondo il governo del Perù. Se ne potrebbe concludere che la logica dell'eradicazione della coca in Perù abbia dei parametri particolari. Perché se, come sembra, si tratta di eliminare la «coca illegale» e restringere il suo sfruttamento industriale ai prodotti che non contengono alcaloidi [rispettando la Convenzione di Vienna], viene permessa solo la coltivazione per usi tradizionali e quella necessaria a garantire alla Coca Cola il monopolio della produzione delle bevande. E il prezzo proibitivo di cui parla Ericsson? Serve forse a fare sì che solo Coca Cola possa comprare coca ?
Nella cosiddetta «guerra contro le droghe» si dimostra ancora una volta che, tra bugie e mezze verità, c'è molto denaro in ballo. I cocaleros peruviani, che fino ad ora non ne hanno ricavato che morte e repressione, hanno dichiarato "patrimonio culturale" la foglia di coca nella regione di Huánuco.

Bushito, atto secondo
Grandi manovre per garantire un secondo mandato al presidente Alvaro Uribe. Il 30 novembre il Congresso colombiano ha approvato un progetto di legge che consentirebbe la defezione di «Bushito», piccolo Bush, come viene chiamato confidenzialmente il presidente che fa da trincea all'espandersi di governi «fuori controllo» Usa in Sudamerica. Il Plan Colombia, nato come guerra «al narcotraffico» e cambiato in corso d'opera nella più attuale lotta al terrorismo, può finanziare la rielezione di Uribe. L’ambasciatore Usa a Bogotà William Wood ha detto: «Le Farc hanno 40 anni, il mandato presidenziale è di soli 4. Il popolo colombiano ricordi che la tattica delle Farc, di fronte a presidenti fermi e popolari come Uribe, è stata sempre di attenderne la scadenza dei mandato».
* Luis Gómez l’autore di questo articolo, Luis Gómez, è un giornalista boliviano. Scrive corrispondenze peri il quotidiano messicano la Jornada da La Paz ed è una delle firme più autorevoli di Narco News, una rete di reporter di «giornalismo autentico» che si occupa principalmente di «guerra alla droga e democrazia in America latina». Tra i collaboratori dei Narco News Bulletin c'era anche GaryWebb, il giornalista californiano che aveva vinto il Premio Pulitzer per un'inchiesta sui traffici di cocaina della Cia. Luis Gémez, che è da tempo un amico ed estimatore di Carta, ha recentemente scritto il miglior libro uscito in Bolivia sulla «guerra dei gas» a El Alto, la città satellite di La Paz. L’articolo che ci ha inviato è uscito su The Narco News Bulletin il 29 gennaio. Luis annuncia che proseguirà l'inchiesta.

Fonte: disinformazione.it